- di Margherita De Rosa
Il periodo decorso dal 26 Settembre al 31 Ottobre scorso ha rappresentato, per la Congregazione delle suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato di Casoria, un tempo speciale, in cui hanno avuto un solenne prosieguo le iniziative legate alla canonizzazione della Fondatrice della citata congregazione, Santa Maria Cristina Brando, assurta all’onore degli altari lo scorso 17 maggio. Le sue reliquie, infatti, sono state portate in pellegrinaggio in diverse parrocchie della Campania e tale percorso riprenderà a breve; tappa particolarmente suggestiva è stata sicuramente quella costituita dal Santuario delle Beata Vergine di Pompei, dove, a seguito della recita del santo Rosario, ha avuto luogo la celebrazione di una Messa solenne, presieduta dal Vescovo di Pompei, S.E. Tommaso Caputo e, in conclusione, è stato rappresentato, nel teatro “Bartolo Longo”, il toccante racconto musicale “ La Madre Santa di Casoria”. Diversi, dunque, gli appuntamenti che hanno caricato di significato profondo il ritrovarsi sotto il segno dell’Innamorata dell’Eucaristia, non ultimo il raduno degli ex studenti dell’Istituto Brando, tenutosi lo scorso 30 ottobre. Tuttavia, ancor più carica di emozione è sicuramente risultata la celebrazione del 31 ottobre, presieduta da padre Giuseppe Sannino e concelebrata da monsignor Nunzio D’Elia, da padre Pasquale Fioretti, da don Sossio Rossi e da altri sacerdoti, convenuti nella chiesa del SS. Sacramento di Casoria per commemorare l’indimenticabile Madre Gemma Imperatore, passata alla casa del Padre celeste lo scorso anno e che, per un trentennio, ha mirabilmente governato la comunità delle VEGS. In verità, la celebrazione avrebbe dovuto essere presieduta dal Vescovo di Foggia, S.E. Monsignor Vincenzo Pelvi, legato da un particolare rapporto di stima e di affetto alla compianta Madre Gemma; impedito purtroppo da impegni improrogabili, egli ha inviato il seguente messaggio: << Carissimi, l’ordinazione sacerdotale in Diocesi non mi permette di essere presente, ma a Madre Gemma vanno il mio pensiero ed il mio affetto. Ella comprese che per ben seguire la via di Cristo altra via non c’era se non quella della fede…non rassegnazione e debolezza bensì forza, energia, potenza….Madre Gemma visse un’esperienza eucaristica eccelsa… al cospetto del Santissimo Sacramento avvertiva il desiderio di essere “ostia” e cioè vittima d’amore, per amore di Cristo immolato, e invitava le sue figlie a fare altrettanto, offrendo corpo, anima e vita stessa allo Sposo divino. Fedeli alla testimonianza di Madre Gemma, poniamoci tutti al servizio dell’Eucarestia, così da portare il Sovrumano nell’umano, l’Invisibile nel visibile, il Cielo in terra…>>. Il celebrante, padre Giuseppe Sannino, ha poi sottolineato la felice coincidenza di tale commemorazione con la festività di Ognissanti ed ha espresso la certezza che l’amatissima Madre Gemma, spentasi il 31 ottobre 2014, sia stata accompagnata dal suo Sposo tra i Santi del Paradiso, santa lei stessa… nella sua sentita e incisiva omelia egli ha poi ripreso un pensiero del presidente Mitterand, tormentato dall’idea del mistero che pur sussiste per tutti in quel che è il varcare il limite tra la vita e la morte: << L’uomo – ha dichiarato padre Sannino – non si rassegna alle pareti chiuse del tempo, egli ha la necessità insopprimibile di sapere cosa c’è oltre questa vita e la risposta non compete né alla Filosofia, né alle Scienze ma spetta esclusivamente alla Religione; questa infatti riesce a proiettare l’uomo in una dimensione ultraterrena, certamente, ma intelligente, nel senso che essa è comprensiva delle esigenze dell’uomo stesso…non bisogna pensare ad un Paradiso avulso dell’umano, piuttosto è opportuno creare un collegamento tra terra e Cielo, umano e Divino: in questo grembo vitale ci accoglierà un Dio che è Padre e Madre e che desidera riabbracciare tutti noi suoi figli: la festa di Tutti i Santi ci ricorda che ciascuno è chiamato a suggellare il suo cammino ritrovandosi nella casa di Dio, pur con i suoi limiti e le difficoltà connesse alla fragilità umana…dobbiamo essere certi che, proprio perché figli di Dio, noi abbiamo diritto alla vita eterna, ne siamo eredi, sebbene ciò richieda il superamento di prove e sofferenze: ma la nostra non sia mai una rassegnazione spenta rispetto all’inevitabile dolore della vita, bensì una rivoluzione d’amore, giocata in quella che è la partita della santità, vissuta, come diceva san Giovanni Paolo II, non come eccezionalità bensì quale normalità: ed è proprio questo l’insegnamento lasciatoci anche dalla carissima Madre Gemma, mamma più che madre, in tutta l’accezione di tenerezza contenuta in questo meraviglioso termine…sì, perché Madre Gemma seppe essere mamma dolcissima per le sue figlie spirituali e per tutti coloro che la conobbero e non è enfatico il definirla “gemma preziosa” e donna straordinaria sotto ogni aspetto…>>. Padre Sannino ha inoltre fatto riferimento al volumetto, donato a tutti i fedeli a chiusura della cerimonia e intitolato “Madre Gemma Imperatore: la bellezza della vita consacrata”, una raccolta di testimonianze e ricordi, curata dallo storico Giuseppe Pesce e dal prof. Ludovico Silvestri, dalla quale si evince la straordinarietà di questa consacrata che sapeva leggere nell’animo di chi le era al cospetto, mostrandosi amica benevola, madre consolante e protettiva, donna ferma nelle decisioni e dolce nel comprendere le altrui debolezze, sposa di Cristo coerente con la sua scelta di vita contro ogni ostacolo ed ogni avversità, fino al termine della sua storia terrena… Nella fase conclusiva della celebrazione, la Madre Generale della Congregazione, Suor Carla di Meo, dopo aver ringraziato i presenti, ha affidato a Madre Gemma l’intera congregazione, affinché da Lassù la sostenga nell’essere testimone fedele del suo esempio, rappresentando in terra quella che ella ha definito “Città del Vangelo” all’interno della comunità e nel mondo intero.