Da pochi giorni nelle librerie è uscito il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi ‘Via Crucis’ un’inchiesta giornalistica molto approfondita su quella che è la mala gestione delle finanze del Vaticano.
Da quest’inchiesta emergono dati davvero sconcertanti che dimostrano quanto la politica finanziaria della ‘società’ vaticana sia completamente allo sbaraglio.
“C-h-i-a-r-e-z-z-a. Questo si fa nella ditta più umile e dobbiamo farlo anche noi: prima di ogni acquisto o di lavori strutturali si devono chiedere almeno tre preventivi che siano diversi per poter scegliere il più conveniente (…)”. (fonte ilfattoquotidiano.it)
Queste sono le parole di Papa Francesco registrate durante una riunione da lui convocata per discutere della totale mancanza di trasparenza che vige nella gestione dei conti del Vaticano.
Il Papa ha incentrato il proprio pontificato su una parola: la povertà. Lo dimostrano le diverse ‘rinunce’ dopo la sua elezione e la sua stessa decisione di vivere la propria vita da pontefice non alla Santa Sede bensì presso l’edificio Santa Marta. Questa parola – povertà – rappresenta una delle aspirazioni massime della chiesa ecclesiale tutta. Ma meglio potremmo dire, una delle aspirazioni massime verso cui dovrebbe tendere la chiesa ecclesiale.
Ci lanciamo nel campo dell’incertezza perchè in realtà questa ambizione è molto lontana dalla concezione di vita religiosa degli stessi collaboratori del Papa.
In questa inchiesta viene dimostrato come funziona la macchina finanziaria del Vaticano: dalla funzione dell’Obolo di San Pietro passando per i pluris centinaia metri quadrati delle case in cui vivono i Cardinali.
Si chiama Obolo di San Pietro l’aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del Successore di Pietro per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi. ( fonte vatican.va )
Da quanto chiaramente si capisce affluiscono qui tutte le offerte dei fedeli che dovrebbero tra le altre necessità sostenere le opere di carità del Papa.
In realtà, come spiega lo stesso Gianluigi Nuzzi su una cifra di 10 euro offerta da un fedele soltanto 2 euro verranno utilizzati per quegli scopi lì.
I fedeli in sostanza finanziano la baracca vaticana e lo dichiara apertamente la stessa Segreteria di Stato quando in un documento si legge che è costretta ad attingere all’Obolo per sostenere la Curia romana.
Ma non è finita qui. L’attenzione si sposta anche su quello che è il controllo immobiliare del Vaticano di molti edifici sparsi per Roma, e per inciso nei posti più belli della Capitale.
L‘Apsa e Propaganda Fide sono i due enti che gestiscono gli immobili. Il primo conta un patrimonio di 2,7 miliardi di euro mentre il secondo 450 milioni di euro.
La situazione dell’Apsa è completamente al rosso. Ma Nuzzi fornisce una soluzione: sarebbe molto semplice uscire da questa situazione sottoponendo a reddito questo patrimonio.
Il problema infatti è che questi vengono fittati a prezzi fuori mercato e a canone 0 con la conseguenza che nelle casse del Vaticano entra pochissimo rispetto al reale valore e a sostenere questo dissesto sono quelle offerte di cui parlavamo prima.
In realtà quando dicevamo che le concezioni di vita religiose delle Eminenze che vivono al Vaticano sono del tutto lontane dai moniti di ‘propensione alla povertà’ continuamente ripetuti dal Pontefice ci riferivamo proprio a questo.
Ma alla fin fine il motto resta sempre quello… Chi predica bene razzola male.
500 mq e un Cardinale, la triste storia di una società mandata alla deriva dai suoi stessi soci.