- di Valentino Di Giacomo*
Alla fine è stato deciso: il canone Rai si pagherà insieme alla bolletta dell’energia elettrica in dieci (scomode) rate. Secondo un emendamento contenuto nella manovra finanziaria in votazione al Senato in pratica tutti gli italiani dovranno pagare l’odiata gabella sulla tv. L’assurdità di questa norma (e del canone Rai in generale) è che oggi una gran parte degli italiani paga già altre pay tv per guardare i programmi (di qualità) che più gli aggradano. E negli ultimi venti anni, proprio grazie all’avvento delle piattaforme satellitari e digitali, la Rai ha di anno in anno ridotto in maniera mostruosa l’offerta di una programmazione che possa definirsi realmente di qualità e interessante.
Non parliamo soltanto delle partite di campionato, ma di Champions League, Mondiali, Olimpiadi, Formula 1, Moto Gp, basket. Solo per restare allo sport. Ma anche, ed è più grave, per quanto concerne laprogrammazione culturale dove Sky e Mediaset con i propri canali tematici hanno ormai surclassato l’azienda di Viale Mazzini: da Sky Arte fino agli splendidi documentari di National Geographic e di tutto il bouquet di documentari offerti da entrambe le piattaforme. E per non parlare dell’informazione dove Sky Tg 24 su tutte, ma anche Tg Com riescono ad offrire un servizio pari, se non superiore, a quello della Rai. Al di là delle considerazioni di merito ci sono poi rilievi di metodo che sono forse ancor più importanti rispetto alle differenze di programmazione. Se il canone è una tassa sul possesso della Tv allora non si comprende perché il danaro dei contribuenti dovrebbe essere finalizzato esclusivamente per sostenere la Rai. Lo Stato ha tutta la legittimità per poter tenere a regime una tassa sul possesso della tv, così come accade per le auto, ma i fondi raccolti andrebbero destinati ad altri usi: non ad una tv che comunque può finanziarsi (come abitualmente fa) attraverso la pubblicità.
Se invece la tassa è proprio per la Rai, allora i cittadini devono avere il diritto di poter scegliere se guardare oppure no i canali di Viale Mazzini. Per avere la visualizzazione di Sky o di Mediaset Premium gli utenti scelgono liberamente di sottoscrivere un abbonamento e di pagare un canone mensile. Lo stesso dovrebbe avvenire per la Rai: se un utente decide di non voler vedere i canali Rai (e quindi di non pagare il relativo canone) deve avere la possibilità che quei canali gli siano oscurati. Deve essere una scelta libera.
E’ assurdo nel 2015 ribadire determinati principi. I cittadini devono avere il diritto di poter scegliere se guardare o non guardare dei canali a pagamento. Non si può giustificare di certo che perché la Rai è una tv di Stato che lo stesso Stato possa entrare deliberatamente nelle nostre case, senza che noi lo abbiamo scelto preliminarmente, e poi chiederci un pagamento per un servizio da noi non richiesto. I nostri governanti potranno anche approvare questa norma nella Legge di stabilità, ma ci sarà sempre un giudice (a Berlino?) che dovrà intimare al nostro fantastico Stato di stare lontano dalle nostre case… Non si può chiedere un pagamento per servizi non richiesti. Altrimenti questa è camorra di Stato. E sempre camorra è!*
- pubblicato da Soldato Innamorato il 18.11.2015