Una ragazzina di Pordenone, suicida scampata alla morte per una tapparella che ha attutito l’impatto del suo corpo con il suolo, ai primi soccorritori ha detto che a scuola le ripetevano: Perché non ti uccidi? Ucciditi! Parliamo di una bambina di 12 anni, seconda classe della scuola secondaria di primo grado, che ha tentato il suicidio piuttosto che affrontare di nuovo i suoi compagni di classe, che la torturavano da tempo e che le avevano fatto passare la voglia di vivere.
Un caso di bullismo diretto che per poco non è finito in tragedia, dove la vittima non è riuscita a difendersi e che, persistendo nel tempo tanto da diventare insopportabile, ha determinato una tragedia. Ormai il “ fenomeno” del bullismo è in una fase di allarmante propagazione; nel frattempo è allo studio un progetto di legge che interverrà su una materia complessa e delicata. Bisogna intervenire normativamente ma anche i genitori devono essere sensibili ed attenti ai messaggi psicologici dei loro figli: nervosismo quando si parla della scuola, mal di stomaco, finte malattie . Anche gli insegnanti devono cogliere atteggiamenti inusuali, apparentemente ribelli ed insofferenti ; spesso non si parla perché la condizione di vittima viene vissuta come una vergogna,un ‘evidente asimmetria nella relazione che è avvertita come una propria debolezza ed incapacità ad affrontare il problema. La scuola si trova ad affrontare un argomento scottante ed in inquietante espansione; non solo bullismo diretto ma anche il cyber bullismo si connota come un fenomeno strisciante e lascia profonde ferite ( ansia, depressione,maliconia) con conseguenze patologiche nell’età adulta . La scuola, in sinergia con i genitori, deve programmare percorsi di cittadinanza attiva , educando al senso civico e ad una pacifica convivenza tra pari. Solo ponendo delle basi morali e civiche si può combattere questa nuova piaga, poichè anche uno sportello Psicologico non funzionerebbe perché per la vittima andarci sarebbe un atto di debolezza.
Risulta ineludibile il controllo da parte dei genitori: sul cellulare, sul computer, sui social. Il cyber bullismo è in crescita esponenziale e risulta particolarmente devastante sotto l’aspetto psicologico in quanto la vittima è ridicolizzata maggiormente, incapace di difendersi e quindi ancora più vulnerabile.
I bulli sono ragazzi e ragazze con grandi problematiche ; vivono situazioni di violenza o di abbandono da parte dei genitori, si sfogano con persone più deboli per una sorta di vendetta nei confronti dell’indifferenza di cui sono oggetto , da persone maltrattate quali si sentono diventano per reazione prepotenti.
La famiglia è fondamentale: spesso vivendo in un ambiente familiare violento , dove non esiste dialogo e comprensione , dove il silenzio è triste espressione del fallimento del progetto matrimoniale, dove i genitori non si prendono cura dei figli, si semina il bullismo. Per quanto i riguarda le vittime è fondamentale cogliere i sintomi : non sottovalutare stati d’animo tristi, sguardi pensosi, irascibilità improvvisa, scarsa propensione al dialogo.
Una sinergia tra scuola e famiglia risulta fondamentale per sconfiggere il fenomeno, che a breve diventerà reato, poiché si prevede che i genitori dei ragazzi dai 15 ai 18 anni saranno convocati dai questori.
L’età più bella della nostra vita non può diventare un incubo, una ragazzina di 12 anni deve sorridere tra i suoi coetanei, divertirsi e sognare il futuro più bello del mondo.
Veramente terribile il messaggio finale della dodicenne lasciato ai suoi aguzzini, su cui riflettere : “ Quando leggerete queste righe io sarò morta. Per molti di voi sarà una notizia bellissima…”
Quasi centocinquanta anni fa J.Stuart Mill ammoniva: “La libertà dell’individuo va limitata esattamente nella misura in cui può diventare una minaccia a quella degli altri”.