I milionari
E’ in programmazione da giovedì 11 Febbraio nelle sale cinematografiche “I milionari” film di Alessandro Piva, nel cui cast sono presenti, la bella e convincente Valentina Lodovini ed il carismatico Francesco Scianna, oltre ad alcuni tra i più bravi attori napoletani dell’ultima generazione. Un film che si rifà più alla tradizione di “Quei bravi ragazzi” ed “i Soprano” che a prodotti televisivi come Gomorra e dove è evidente il tocco autoriale del pluripremiato regista Alessandro Piva. Una sensibilità che si manifesta nella predilezione per l’aspetto intimo, privato, per i percorsi emozionali dei protagonisti, più che sulla propensione al “volume di fuoco” pur mantenendo per l’intera storia un ritmo serrato e non lesinando scene d’azione.
Il film è tratto dal romanzo “I Milionari, ascesa e declino dei signori di Secondigliano” scritto dal PM della procura di Napoli Luigi Alberto Cannavale (che ha condotto l’inchiesta e che ha portato allo smantellamento del clan di Lauro) e dallo scrittore e sceneggiatore Giacomo Gensini .E racconta appunto la storia di una delle organizzazioni criminali più originali e ricche che siano mai esiste, dalla nascita negli anni settanta, alla morte circa trent’anni dopo. Questo viaggio viene compiuto seguendo la carriera di “O Sicco” e dei suoi fratelli, tra i boss più potenti di quel clan “federale” che nella realtà era poi quello di Secondigliano. Una storia che vede un gruppo di ragazzi di un quartiere periferico, diventare i boss più ricchi e temuti della città, grazie alla loro astuzia ed alla spregiudicatezza nello sfruttare le occasioni a partire dal terremoto del 1980 ed alla loro lungimiranza nel introdurre sul mercato in grande stile la cocaina, trattando direttamente con narcotrafficanti di grosso calibro come il” cartello di Medellin” e Pablo Escobar. Una storia avvincente vista da dietro le quinte, capace di raccontare per la prima volta gli errori, la confusione, le regole sempre violate, insomma le debolezze dei clan, le loro inefficienze, la realtà del loro operare, i motivi spesso contorti o assurdi delle loro scelte. Ma non è questo l’unico aspetto che colpisce sia il lettore (nel caso della lettura del libro) che lo spettatore, quello che resta impressa più di ogni altra cosa è la tristezza e l’estrema durezza di queste esistenze, la solitudine e la sofferenza che porta infine alla scelta di un percorso criminale. Vite spezzate e perdute, quelle dei carnefici, buttate via dietro l’illusione fugace di un futuro migliore, un futuro che muore invece, nell’istante nel quale la scelta fatale viene compiuta. Un libro da leggere insomma ed un film da vedere.