Da un gruppo di ricercatori del San Raffaele di Milano, guidati da Giacomo Oliveira ed Eliana Ruggiero, arriva il nuovo importantissimo traguardo nella ricerca sulla cura delle leucemie, grazie all’utilizzo di particolari ‘cellule killer T’, che non solo fanno guarire il paziente, ma lo proteggono anche dal rischio del ritorno del cancro.
Le ‘cellule killer T’ sono linfociti del sistema immunitario (in particolar modo le staminali della memoria immunologica), modificate geneticamente, al fine di essere capaci di riconoscere le cellule tumorali, coesistere nel sistema sanguigno con esse e, infine, annientarle.
Infatti, ricordiamo che i linfociti, presenti nel sangue, sono la risposta immunitaria a qualsiasi attacco di agenti patogeni nel nostro corpo: nascono dalle cellule staminali del midollo osseo, e si distinguono in linfociti B, che maturano proprio dove hanno origine cioè nel midollo osseo, e in linfociti T, che maturano nel timo. Entrambi riconoscono l’antigene dell’entità sospetta e la distruggono, ma nel nostro caso, i linfociti T presenti nell’organismo sono troppo pochi, perciò questo team di ricercatori ha concepito un modo per aiutarli.
La ricerca è stata, dunque, svolta su pazienti affetti da leucemie gravi, che avevano già subito il trapianto di midollo osseo: questi sono stati curati con una moltitudine di linfociti T modificati, e a distanza di 15 anni hanno mostrato parametri immunologici uguali a quelli di persone sane, quasi come se non avessero mai avuto un tumore!
Attualmente, tale scoperta necessita di maggiori finanziamenti per incrementare i test sull’uomo, tuttavia i passi fatti già si sono rivelati da gigante, e si spera un giorno la ricerca possa essere estesa a tutte le tipologie di neoplasie, e salvare in tempo molte più vite.