- di Ciro Crescentini
A Napoli è in atto un forte cambiamento politico e sociale che potrebbe allargarsi in altre aree del Paese. Il sondaggio realizzato dall’agenzia di comunicazione Euromedia Research di Alessandra Ghisleri per conto del quotidiano ‘Il Mattino’ fa emergere elementi interessanti. Gli elettori partenopei non si lasciano condizionare dai capibastone e dai galoppini. “ 41 per cento degli elettori del centrosinistra intervistati ha risposto che non andrà a votare alle primarie” – precisa Alessandra Ghisleri. Un atto, un messaggio di delegittimazione nei confronti del gruppo dirigente locale e nazionale del partito democratico, una presa di distanza dai candidati che ‘passa il convento’: Antonio Bassolino, Valeria Valente, Marco Sarracino, Antonio Marfella. Una presa di distanza da personaggi autoreferenziali, provenienti da apparati burocratici, lontani dai reali problemi delle persone semplici, umili. Il 40 per cento dei napoletani ha dichiarato di volere riconfermare la fiducia al sindaco uscente Luigi de Magistris, individuato come un riferimento per tutti i ‘senza potere’ dotati di grande tensione etica. I consensi in favore del primo cittadino sono destinati ad aumentare. Possibile una vittoria al primo turno. Un riferimento per il riscatto sociale e civile. Significative, si commentano da sole, le parole di una manifestante del Comitato di lotta per la riqualificazione di Scampia: “Gli assessori che governavano Napoli tanti anni fa ci guardavano dall’alto verso in basso e non ci ricevevano neppure. Gli assessori che stanno oggi a Palazzo San Giacomo vengono da noi e partecipano alle assemblee popolari in Piazza municipio. Non hanno paura di parlare e di confrontarsi perché non hanno nulla da nascondere o scheletri negli armadi”.
Luigi de Magistris non è isolato. I napoletani condividono le posizioni, le dure critiche espresse dalla fascia tricolore nei confronti del governo nazionale e delle leggi antipopolari che cancellano i diritti collettivi ed individuali. “Non soffro affatto di solitudine – afferma il sindaco – Ogni giorno mi reco nei quartieri popolari per ascoltare le persone quelle vere, autentiche che vivono sulla propria pelle gli effetti devastanti della crisi economica e sociale prodotti da politiche scellerate”. Dunque è possibile dimostrare che ci può essere un’altra economia. Il freno all’economia non sono i diritti Come è possibile pensare che l’Italia non va avanti perché ci sono troppi diritti dei lavoratori? E’ una filosofia di fondo che va attaccata. Da Napoli è possibile costruire l’alternativa democratica. La linfa è rappresentata da significative esperienze territoriali, ovvero quella rete di associazioni, movimenti, coordinamenti, comitati di lotta composti da studenti, operai, precari, proletari. Soggetti sociali che hanno praticato lotte in difesa dell’ambiente, dei diritti, della scuola pubblica, della salute, dei servizi sociali.