Il derby, per il tifoso granata, comincia a inizio campionato e raggiunge il suo culmine la domenica precedente al grande evento.
E se la sua squadra si è fatta rimontare e sconfiggere dopo due goal bellissimi, la settimana di passione è assicurata. A questo punto di una stagione così, l’ansia, la tensione e la colite accompagnano il granata in ogni momento.
Appena entra in un luogo pubblico, il tifoso granata cerca con lo sguardo gli occhi sofferenti ma orgogliosi dei suoi simili, incrociando, invece troppo spesso, quelli sicuri e spavaldi dell’avversario. Non cerca lo scambio, si defila, è in ritiro spirituale fino alle 17 di domenica. Vuole essere lasciato tranquillo, vuole soffrire in pace e lo fa capire con lo sguardo, chiaramente. Ma lo trova sempre quello che si avvicina dicendo “Voglio vedere la tua faccia lunedì mattina. Siamo i più forti. Ti ricordi l’ultimo derby?”.
E come se lo scorda, quel tifoso, l’ultimo derby? Un dolore e una delusioni tali non si dimenticano. Ma pensa anche al derby vinto l’anno passato. Certo, era un altro Toro, era un’altra atmosfera e lui era in curva ad esultare fino alle lacrime: troppo bello per essere vero. Ma sono così lontani quei momenti: una stagione iniziata bene poi troppi punti lasciati indietro, troppo sofferenza e troppa rabbia.
No, non vi sbagliate. Il tifoso non si aspettava certo di vedere la sua squadra tra le prime sei, è un tifoso con i piedi per terra, ma certo non si attendevo questo.
Gli altri, nemmeno li nomino, hanno la sicurezza, la spavalderia, i risultati.
Noi abbiamo la maglia e il cuore. E la responsabilità verso i napoletani che ci chiedono di provarci.
Come diceva Mondonico quando preparava il Toro per il derby: “Noi siamo gli indiani contro i cowboys, chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia”.Ansia, colite, insonnia e amore per la maglia. FVCG.