14 marzo 2016. È partito dallo spazioporto russo di Baikonur (Kazakistan) Proton Breeze-M, un vettore spaziale con destinazione il tanto bramato pianeta rosso. Obiettivo: scoprire tracce di vita passata o presente su Marte!
Frutto della collaborazione fra tre agenzie spaziali -russa Roscosmos, europea Esa e italiana Asi-, la sonda ExoMars (dall’inglese exobiology, ossia vita extraterrestre, in tal caso marziana) raggiungerà Marte fra sette mesi, e approderà in corrispondenza di una pianura dove si ipotizza la presenza di acqua, sostanza fondamentale per l’innesco della vita.
In viaggio ci sono sia un modulo orbitante Tgo (Trace Gas Orbiter), il quale ruoterà intorno al pianeta per sette anni, ed un piccolo robot Edm (Entry, Descent and Landing Demonstrator, anche denominato Schiaparelli, in onore dell’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli che nel 1800 studiò Marte), che dovrà atterrare fra sette mesi sul suolo marziano e andare in esplorazione. Il primo componente avrà il compito di tastare la presenza di idrogeno, dunque acqua, con dei rivelatori di neutroni ed altri strumenti, mentre il secondo di valutare le condizioni climatiche e chimiche, che caratterizzano l’atmosfera del pianeta rosso. Successivamente, atterrerà anche un altro rover, che analizzerà il suolo con un sofisticatissimo trapano.
L’Italia ha avuto un grande contributo in questa missione, realizzando sia il modulo Edm nello stabilimento Thales Alenia Space di Torino, che le ‘ali’ di ExoMars, cioè i grandi pannelli solari di 17 metri, i quali alimenteranno la sonda per tutta la durata del tragitto verso Marte. Tuttavia, come anche l’astronauta Roberto Vittori ha commentato, l’ammartaggio previsto fra sette mesi sarà una parte molto delicata per questa spedizione: bisogna mettere in cantiere anche un probabile fallimento, perché l’atmosfera marziana è completamente diversa da quella terrestre, quindi cambia notevolmente la sua interazione con gli oggetti.
Pertanto, una buona riuscita di ogni fase del viaggio sarà indispensabile per capire come, entro alcune decine di anni, trasportare anche noi esseri umani su Marte e fare due passi sulla sua superficie, proprio come accadde quando l’uomo conquistò la Luna, nel 1969.