Non più una vana fantasia, la casa nello spazio diventa reale. Ed è pure gonfiabile!
Il modulo abitativo del futuro si chiama BEAM -Bigelow Expandable Activity Module- e, lanciato dalla base di Cape Canaveral sulla capsula Dragon, lo scorso 10 aprile è giunto alla Stazione Spaziale, a cui è stato agganciato tramite un braccio robotico. Pesa meno di una tonnellata e mezzo e, dopo l’espansione a seguito dell’attacco all’Iss, ha raggiunto il volume finale di 16 metri cubi, proprio come una tenda da campeggio; al suo interno sono presenti, oltre a tutto, rifornimenti e svariati pezzi di ricambio per effettuare i vari esperimenti per i prossimi due anni.
I due astronauti residenti sulla stazione che ospita BEAM, Jeff Williams della Nasa e Tim Peake dell’Esa, dovranno testare la casa per alcune ore tre o quattro volte all’anno, al fine di mettere insieme tutti i dati relativi alle strumentazioni e ai sensori in essa presenti, ma soprattutto per capire se qualitativamente è all’altezza di essere abitata da esseri umani.
Infatti, bisogna scoprire se queste strutture gonfiabili siano abbastanza resistenti alle condizioni di microgravità, all’impatto con i frammenti spaziali e, specialmente, se riescano a proteggere dalle radiazioni. Se i test andranno a buon fine, dunque, ben presto potremmo tutti prender casa nello spazio; dopotutto, la vista da lassù dicono sia magnifica!