Pompei, si sa, detiene una fama internazionale che provoca positivamente un afflusso incredibile di turisti.
In questi mesi però l’arrivo di milioni di visitatori ha portato gli ispettori dell’UNESCO ( Cristopher Young e Jean Pierre Adam) a ritenere che vi sia “un’erosione turistica terrificante dovuta al calpestio di migliaia di persone” (fonte il mattino.it). Un modo per controllare quest’afflusso è stato trovato nel paradossale “numero chiuso”.
Domenica 1 maggio sarà già operativo il nuovo piano di gestione dei visitatori. Il comunicato sembra uguale a quello degli anni scorsi con una novità che ha attirato l’attenzione di molti.
Il comunicato spiega che “al fine di regolamentare il massiccio afflusso di visitatori verificatosi nelle precedenti domeniche e garantire la sicurezza e la salvaguardia dell’area archeologica, l’accesso al sito sarà consentito nelle fasce orarie dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18”. La novità sta in quanto scritto qui “Al fine di evitare un eccessivo sovraffollamento la Sovrintendenza si riserva di anticipare la chiusura delle casse al raggiungimento dei 15mila ingressi nella prima fascia oraria.
Il sito sarà riaperto regolarmente a partire dalle ore 14.30”.
Pompei conta un afflusso di ben 2 milioni di turisti l’anno e il numero si fa sentire. Il paradosso del numero chiuso ha riscontrato delle critiche perché probabilmente vogliamo imputare al turismo un problema che in realtà è causato da una mala gestione. Certo bisogna considerare che è proprio l’esorbitante afflusso che contribuisce alla rovina del sito archeologico ma il problema è a monte. Possibile che città come Atene (Partenone), Londra (British Museum) o Parigi (Reggia di Versailles) non hanno questi problemi di gestione? Eppure i numeri di turisti all’anno sono molto più alti.
Un inizio sarebbe quello di anticipare l’apertura e posticipare la chiusura per esempio, in questo modo l’afflusso verrebbe distribuito meglio.
Il livello di organizzazione della sorveglianza, il problema delle infrastrutture sono tutti indici che segnalano errori nella gestione di uno dei nostri più grandi patrimoni.
Bisognerebbe monitorare e incrementare la sorveglianza, evitare episodi clandestini notturni, cercare di migliorare la preparazione dei custodi.
A inizio 2016 venne regolamentata una tassa sul soggiorno e ingresso dei turisti al fine di ricavare soldi per i servizi di accoglienza, infrastrutture ed eventi. Unitamente ad una migliore gestione di tutto ciò che ruota intorno a Pompei e le sue ricchezze sarebbe possibile migliorare di gran lunga l’organizzazione dell’afflusso di turisti.
Intanto ancora una volta con la storia del numero chiuso ci siamo inventati una soluzione che toppa il problema a danno dei turisti ma che non lo risolve.