Il cibo caldo e fumante, appetitoso, reca sensazioni di benessere. Un piatto, una prelibatezza della gastronomia italiana non può essere ritenuta indegna perchè non si sa come mangiarla. Una pizza, al forno o fritta, concentra in se il gusto tutto italiano di equilibrio nutrizionale e di emozioni per il palato.
Eppure c’è chi sostiene che la pizza, nello specifico fritta, è “una sorta di baionetta grondante olio, provolone e pomodoro incandescenti, che se lo addenti schizza molecolarmente a raggera rischiando di trascinare te e i posteri in sanguinose cause di risarcimento danni solidi e morali ai famigliari”. È così che descrive la pizza fritta di Sorbillo il giornalista Vittorio Blùm, con un chiaro dissapore ad una delle tradizioni napoletane più veraci ed accorate; Blùm avendo definito la pizza fritta “un arnese … lungo una banana e mezza e largo come un vecchio vhs” ha inteso invero screditare una tradizione ed uno stile di take away di un tempo che, in verità, non passa e non si scolora; tanto è vero che si rinnova anche a Milano, in via Agnello, alle spalle di Piazza San Fedele e si firma Sorbillo, celebrato pizzaiolo napoletano. Eppure c’è una fila inesauribile di persone milanesi pronte a insudiciarsi di olio e ricotta come veri napoletani.
Diceva il nostro amato Antonio de Curtis nel film “Miseria e Nobiltà” alla bella donna piemontese del film che mentre lei fa tutto col burro, anche nel latte ed il caffè mette il burro, noi – napoletani- facciamo tutto con l’ olio; le macchie ?ce le facciamo con l’olio …E ben vengano le macchie di olio se a grondare sono da una appetitosa pizza fritta. Aspettiamo di ospitare Blùm nella nostra città e fargli fare un bel percorso enogastronomico per tutta Napoli. Dal cuoppo di frittura all’italiana, alla pizza a portafoglio, passando per i chioschi di “o per e o muss” fino al fiocco di neve di Poppella che trasbordando di panna lo macchierà sì, ma al cuore e, siamo certi , si ricrederà!