Al Sindaco che verrà…

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La città che dovrebbe cambiare è fatta di grandi problemi e di luoghi battuti dai soli addetti ai lavori. E’ composta da periferie perennemente in attesa di riscatto, che per lunghi cinque anni nessuno si fila, nemmeno di striscio. Periferie ancora alle prese con il peccato originale di controllori molli e collusi, di convivenze difficili e progetti mai decollati.

E’ affollata di luoghi dell’anima: il centro storico, le basiliche del seicento e la casa e i dintorni di San Ludovico, che potrebbero in qualche modo cambiare il volto della intera città. La Casoria che dovrebbe cambiare è solcata da vie centralissime (via Principe di Piemonte) invasa ogni giorno da migliaia di auto e persone: doveva essere il biglietto da visita di Casoria ed è diventata con il passar del tempo un problema di ordine pubblico.

Abbiamo messo in fila, con quello sopra, cinque luoghi con cui il futuro Sindaco della nostra città dovrà necessariamente confrontarsi. Ed è qui, in questi luoghi, che si gioca il futuro di una città in ginocchio. In tempi di casse sempre più vuote per le amministrazioni locali le politiche che riguardano viabilità e sicurezza sono destinate a segnare (anche nell’immaginario collettivo) la cifra e lo spessore di una giunta comunale. Casoria non fa eccezione. Istituzione, almeno nei giorni festivi , di apposite isole pedonali (esperimento riuscitissimo con la giunta di Stefano Ferrara), per dare ai cittadini la sensazione di potersi incontrare e socializzare come in una qualsiasi città civile. Reperimento di risorse per dare alla Polizia municipale la possibilità di presidiare il territorio in maniera più efficiente, non trascurando tavoli di concertazione con le forze dell’ordine per tenere testa ai barbari che vengono in città a compiere nefandezze di ogni tipo. Rafforzare e perfezionare il trasporto su gomma: la giunta Carfora ha iniziato, adesso bisogna dare seguito alla cosa che sicuramente renderebbe meno caotico il centro della città.

Non è un caso se nei tour elettorali Arpino sia diventata una tappa irrinunciabile. La circoscrizione esempio di promessa mancata, con una voglia di riqualificazione pari allo zero. E’ in questo quartiere irrisolto e nelle altre periferie (che non se la passano meglio) che si pesano voti, si dispensano ricette e spesso si vincono le elezioni.

Il grande equivoco delle aree dismesse, ne parlano tutti, spesso a vanvera. Lo scollamento tra le istituzioni e i cittadini in questo caso diventa macroscopico: si parla poco di bonifiche da effettuare, di terreni che non appartengono al comune e di ricette miracolose che restano lettera morta ad ogni amministrazione che si succede.  In realtà, si dovrebbe solo pensare a progetti che mirino a restituire questi spazi ai cittadini.

Municipio-di-Casoria-600x365 La creazione di polmoni di verde attrezzato, la realizzazione di mercatini e la possibilità di insediamenti ludici affiancati da progetti sostenibili. Ormai è vietato parlare di delocalizzazione degli uffici comunali e della loro sburocratizzazione. La questione non si cita nemmeno più. Non la si inserisce più nei programmi per evitare di compiere l’ennesimo passo falso. Non la si mette più al centro delle politiche per lo sviluppo della città. Errore madornale. Eppure, anche se non lo si nomina più, il problema è ancora lì nella sua grande complessità. Quando si parla di programmazione, di progetti e soprattutto di fondi europei da intercettare, si deve necessariamente pensare a chi avvierà il motore e guiderà l’auto. Semplice come bere un bicchier d’acqua.

Ad oggi l’insicurezza percepita dai cittadini rispetto a questa tornata elettorale si è sedimentata fino a concepire uno scenario da astensionismo da record. Certo, nel primo turno tireranno l’ambizione, la voglia e le aspirazioni dei singoli candidati. Ma al ballottaggio cosa accadrà?

Una cosa è certa: la politica non può combattere da sola senza il contributo dei cittadini. Nel mentre, gli aspiranti sindaci e candidati al consiglio stanno contando le ore ma, soprattutto, i loro voti. Già, anche loro aspettano. Come noi, che abbiamo in testa un solo pensiero: che di tutto questo gran parlare non resti soltanto del fumo come suggerisce la nostra copertina. Anche noi siamo in attesa di mettere nomi e croci sulle schede, magari non con grande entusiasmo, ma, si sa, quando c’è di mezzo il posto in cui vivi con la tua famiglia bisogna prendersi le proprie responsabilità. Inutile far finta di niente. Domani il futuro della città è anche  nelle nostre mani.

 

Nasce nella terra di San Ludovico, divide il suo tempo tra l' Ateneo Federiciano e il Domenicale. Laurea in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione alla Federico II. Da ragazzo voleva fare il critico cinematografico ma ha rinunciato perchè " il cinema è una cosa troppo seria per confonderla con i giornali". Ha diverse passioni, tra queste: parlare con la figlia Ludovica e "passare più tempo possibile davanti al mare" . Specchio d'acqua di riferimento: il porto di Palinuro. E' ardente ammiratore di Paolo Sorrentino, Joe Barbieri e Paolo Conte...Odia le persone che lo toccano quando parlano e non smetterebbe mai di parlare del Napoli. Il suo attuale "pensatore" di riferimento è Hirving Lozano.