Si diceva che dopo l’undici settembre “nulla sarebbe più stato lo stesso”. “Nulla sarebbe più stato lo stesso” perché LORO hanno ucciso la NOSTRA gente a casa NOSTRA. Perché l’undici settembre è iniziata la guerra. Solo che LORO in guerra ci sono nati e vissuti da sempre: sono scappati, sono morti sotto le NOSTRE bombe e per le NOSTRE armi, per il NOSTRO benessere, per il NOSTRO potere, per il NOSTRO interesse.
E così, dopo l’undici settembre, ci siamo inventati un’altra guerra, abbiamo venduto altre armi e mandato altri soldati. Ma a casa LORO. E sì, nulla è più stato lo stesso.
I LORO morti, tanti e per noi quasi invisibili e i NOSTRI morti, inaspettati, innocenti sicuramente più dei LORO. I NOSTRI morti – ma come si permettono – nel NOSTRO “occidente di pace sporca”. E si susseguono i bombardamenti, le missioni di pace a casa LORO e gli attentati nella NOSTRA Europa. Fino a ieri, vicino a NOI, troppo vicino.
E si mescolano i morti, i LORO, i NOSTRI. Non si distinguono più, sono vicini questi morti, siamo NOI questi morti.
Dopo ogni attentato e quindi anche dopo Nizza, si può cavalcare bene l’indignazione contro i migranti. Questi migranti brutti sporchi e cattivi che vogliono la NOSTRA Europa.
Migranti che scappano dalle NOSTRE armi e che l’Europa non è capace di accogliere.
Così il 12 aprile 2016, giorno in cui l’Austria inizia i lavori per costruire una barriera al Brennero, per impedire che i migranti ed i profughi possano entrare nel suo territorio, Carmen Dal Monte, Marco Natoni, Danielamaria Guazzo, Simona Bassano, decidono da che parte stare. E la decisione è di andare oltre il muro, per tendere la mano verso le donne, i bambini, gli uomini che chiedono aiuto e ricorrono all’Europa che è nata per unire i popoli, non per dividerli.
Katsika Ioannina è un accampamento nato dal nulla, al confine tra Grecia ed Albania, è stato attrezzato con tende di fortuna ma Carmen Dal Monte, Marco Natoni e Alfeo Grandi dopo aver raccolto fondi e materiali partono, il 2 maggio, per portare un aiuto concreto.
In una settimana realizzano un’ aula con 60 posti a sedere per bambini e ragazzi (molti di loro, vista la guerra, non sono mai andati a scuola) al mattino e per le mamme al pomeriggio, un internet point e un primo punto giochi per i bimbi.
Ma è solo l’inizio: nel campo manca tutto e i migranti continuano ad arrivare. Altri spariscono, inghiottiti chissà dove. E’ proprio di ieri la notizia “che i 250 yazidi non sono più al campo. Ancora non è chiaro perché siano stati trasferiti. In passato avevano chiesto di andarsene, perché tra le varie etnie presenti erano l’unica non musulmana e in minoranza, facili bersagli per l’intolleranza. Li hanno trasferiti a circa 25 km, e sicuramente nel prossimo viaggio andremo a vedere cosa è possibile fare per loro. Superstiti di un genocidio ancora in corso, non trovano la pace.”.
Intanto, l’ 11 luglio, sono partiti per la Grecia altri due volontari: Luigi e Stefania, dal Veneto.
“E’ splendido pensare che #leuropasiamonoi, partita da Carmen e Daniela abbia via via coinvolto persone di buona volontà, sia con le donazioni che con l’impegno diretto nel campo … per arrivare al cuore dell’Europa, perché l’Europa cambi, e sia per i cittadini di tutto il mondo un luogo di pace e di progresso.”.
E in giornate come queste, quando i morti sono i NOSTRI, quando è così facile odiare l’altro, che non possiamo farci trascinare in questa spirale di odio. Possiamo fare la differenza. Possiamo e dobbiamo dare un segnale forte di speranza e collaborazione. Perché siamo vittime della stessa inaudita violenza. E questa gente che vaga per l’Europa senza pace è innocente quanto noi.
Partecipate e fate partecipare alla raccolta di fondi per il campo:http://buonacausa.org/cause/katsikahelp. Visitate le pagine Facebook, se non potete fare una donazione, diffondete e parlatene; troverete le foto, i video, le notizie e i nomi delle persone che a vario titolo hanno contribuito a ciò che è stato fatto fin ora.
Non lasciamoli soli, non sono migranti, sono l’Europa. Come noi.