Uno spaventoso incendio, di vastissime dimensioni, si è sviluppato ieri sera intorno alle 19 nei pressi del Campo Rom di Contrada Salice, ai confini tra Casoria, Afragola e Casalnuovo. In pochi minuti una densa coltre nera ha invaso tutta la zona, generando panico e preoccupazione tra i cittadini che hanno subito allertato le forze dell’ordine. Distrutto il campo Rom, messi in sicurezza gli abitanti, una trentina di famiglie, poco meno di un centinaio di persone, con molte donne e bambini (di cui alcuni piccolissimi) al seguito.
Dopo le prime, confuse, notizie su un probabile scoppio di bombole a gas che avrebbe causato l’incendio, alcuni testimoni oculari e residenti nel campo Rom hanno dichiarato di aver visto una persona, forse due (quasi certamente uomini e italiani, dalle ricostruzioni di chi ha raccontato l’accaduto), fermarsi con una auto di grossa cilindrata e gettare a terra una tanica di benzina, per poi scappare via di corsa. Decine e decine le tonnellate di rifiuti, sepolti illegalmente nella zona, andati a fuoco, che hanno innalzato una nube densa rimasta in aria per diverse ore. Numerose le segnalazioni e le manifestazioni di protesta dei cittadini di Casoria e dei paesi limitrofi, costretti a barricarsi in causa per evitare di respirare i fumi che si sono sprigionati. La nube velenosa è stata visibile in molti comuni del vesuviano e del casertano per diverse ore e l’odore acre di bruciato ha invaso, per tutta la notte, le abitazioni del circondario. Bloccati per alcune ore i voli in entrata ed in uscita dall’aeroporto di Capodichino.
Alla paura dei cittadini si è unita, nelle scorse ore, la rabbia per una situazione che va avanti ormai da troppo tempo, per le condizioni disumane in cui i rom sono costretti a vivere, in quella che è una discarica a cielo aperto, e per la quasi totale assenza di controlli e sorveglianza sul territorio. Non sono mancate sterili polemiche e offese razziste nei confronti dei rom che abitano nel campo, mentre la Protezione civile e le forze dell’ordine si sono adoperate per fornire mezzi di prima necessità, coperte e cibo per tutti i residenti che hanno trascorso la notte all’addiaccio. L’Assessore all’ambiente del Comune di Afragola, Salvatore Iavarone, ha comunicato che le priorità della zona sono al momento due: la prima riguarda l’apertura di un tavolo in Prefettura per risolvere la problematica dei campi rom e la seconda relativa alla bonifica immediata di tutta l’area. Proprio ieri Padre Maurizio Patriciello, parroco coraggio del Parco Verde di Caivano che da anni porta avanti una dura battaglia contro i roghi tossici, ha incontrato a Roma il Presidente Mattarella, per discutere del problema “terra dei fuochi” e presentargli le sue istanze. La voce di Padre Maurizio è la voce di tutti i cittadini che da tempo pagano i danni di una politica scellerati e sono costretti a subire, sulla propria pelle, le conseguenze di collusioni camorristiche, delinquenza e malaffare. Che cosa deve accadere ancora affinchè le istituzioni possano innalzare il livello di guardia e di attenzione sul territorio? Quanti roghi dovranno esserci ancora? Quante stragi?