Attraversata dal secondo fiume più lungo d’Europa, il Danubio, l’affascinante capitale ungherese Budapest attrae ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo. È considerata, infatti, la più bella città affacciata su questo corso d’acqua, una sorta di Parigi dell’est, ma con uno stile di vita molto più calmo e, a detta di molti, un’atmosfera addirittura più romantica della capitale francese.
La parola Budapest viene dall’unione di Buda e Pest, i due centri giacenti su sponde opposte del fiume, collegate da uno degli otto magnifici ponti che uniscono le tre parti della città, il Ponte delle Catene (in ungherese Széchenyi Lánchíd), che durante la seconda guerra mondiale fu fatto saltare dai tedeschi per bloccare le truppe sovietiche, e successivamente fu ricostruito dalle autorità locali. La capitale ungherese, infatti, fu anch’essa teatro del nazismo, occupata dal partito nazista delle Croci Frecciate, il quale stabilì il suo quartier generale precisamente in quell’edificio sul viale Andrássy, che oggi è diventato un museo, La casa del Terrore, per non dimenticare quel tragico periodo, in cui quasi 600.000 abitanti ungheresi furono sterminati nei campi di concentramento. Il museo -con i suoi percorsi interattivi, documentari, foto, abiti utilizzati dai nazisti, ricostruzioni delle stanze, con il suo carrarmato esposto all’entrata dinanzi a un muro di volti di persone che persero la vita- riesce a creare un’atmosfera inquietante e angosciosa, proprio come furono quegli anni. Ma il luogo più suggestivo e commovente dove commemorare le vittime dell’Olocausto è sulle sponde del Danubio, vicino al Ponte delle Catene, dove giace un toccante memoriale: 60 paia di piccole scarpe di bronzo annerito dalle intemperie, scarpe di cui gli ebrei venivano privati, prima di essere brutalmente uccisi dai nazisti sulle sponde del fiume, le cui acque ‘abbracciavano’ migliaia di corpi innocenti.
Dal lato di Pest, quasi alle spalle del Ponte delle Catene, è possibile ammirare l’imponente struttura del Parlamento ungherese, considerato a inizio ‘900 la costruzione più grande del mondo; mentre dall’altro lato del ponte, a Buda, o salendo a piedi o attraverso una piccola funivia (la Gellert), si può arrivare al Castello di Buda (Budai Vár in ungherese), residenza storica dei re magiari, nonché patrimonio UNESCO, anche perché una volta saliti in cima, si può ammirare tutta la capitale nella sua maestosità. In realtà, sembra una piccola città nella città: la collina di Buda, su cui si erge il castello, ha, infatti, il sapore di un borgo medievale, sia per la presenza di massicce costruzioni come il Bastione dei pescatori, che con quei tetti a punta pare essere uscito da un libro di fiabe, sia per il clima particolare che si respira; inoltre, è possibile ammirare la Chiesa di Mattia, ove si sposò anche Beatrice d’Aragona, venuta da Napoli.
Tra le soste importanti, vi è il Museo nazionale ungherese, in cui noterete la grande influenza dell’Impero Romano con svariati reperti archeologici; un bel giro presso il grande centro commerciale Westend e pure una rilassante passeggiata in risciò nel verde dell’Isola Margherita. Ma non può mancare soprattutto un giro nel Mercato centrale, dove acquistare souvenir e deliziosi prodotti tipici, o una cena nel quartiere ebraico presso uno dei Ruins pub, pub in rovina, non perché siano fatiscenti, ma perché arredati con mobili riadattati e riciclati.
Per quanto riguarda i piatti locali che potrete gustare, ci saranno il gulasch, uno stufato di manzo con spezie -le spezie piacciono molto agli ungheresi, così tanto che le mettono ovunque-; il Pick ungherese, cioè il salame tipico del posto, con un tenore di spezie, come già anticipato, più forte rispetto a quello che viene prodotto anche in Italia; il lángos, ossia un impasto che ricorda la pizza fritta su cui è possibile mettere qualsiasi cosa (molto buona la versione con panna acida e formaggio) e come dolce si può provare il kürtőskalács, composto di una pasta dolce a forma di cilindro cavo -non a caso la parola ungherese vuol dire camino dolce– da guarnire con cannella o zucchero di canna.
Eppure, la tappa che assolutamente non deve essere tralasciata è un pomeriggio rilassante alle terme. Ce ne sono oltre 150 di fonti termali naturali a Budapest, per questo amata dagli antichi Romani. Le principali sono quelle di Széchenyi, perché sono anche all’aperto, ed è veramente ‘simpatico’ immergersi nelle sue acque calde anche d’inverno, quando la temperatura esterna è sotto zero; poi ci sono quelle di Gellert, Lukács, Rudas, Kiraly, e tante altre aperte anche di notte. È molto comune, tra l’altro, andare in Ungheria per fare un tour di tutte le terme.
Vista la presenza di bei paesaggi e di molti parchi -come quello di Varosliget, al cui interno è ubicato il castello Vajdahunyad, copiato da uno presente in Transilvania, in Romania-, è molto piacevole girare tutta la città a piedi. Tuttavia, qualora foste stanchi per una camminata, non vi preoccupate, c’è una rete di bus, tram e metro efficientissima, che vi trasporterà in ogni angolo!
E c’è molto altro ancora da vedere…
foto di Gemma Delle Cave.