Rio continuerà a colorarsi di bandiere e medaglie e sarà nuovamente teatro dei giochi olimpici 2016 per le cosiddette “Olimpiadi parallele” fino al 18 settembre.
Si riparlerà di sport con la cerimonia d’apertura dei giochi allo stadio Maracana di Rio.
Gli azzurri sono già partiti. Sono 104 gli atleti convocati dal comitato paraolimpico italiano pronti a mostrare le proprie abilità e gareggiare in quattordici discipline.
Come ci siamo arrivati fin qui è un percorso lungo e complicato eppure dal sapore molto forte.
Le paraolimpiadi infatti hanno una storia molto nobile e conservano un coacervo di mentalità forti, coraggiose, ambiziose e soprattutto vincenti.
Nel 1948 a Stoke Mandeville in Gran Bretagna, il neurologo Ludwing Guttman introdusse un particolare metodo riabilitativo per aiutare i reduci di guerra a stimolare il loro percorso di recupero. Nessun farmaco o terapia costosa. Lo sport competitivo era la risposta.
Quella di Guttman fu una grande intuizione e i giochi di Stoke Mandeville dal 1948 divennero un evento seguitissimo a livello internazionale.
In Italia le orme del lungimirante Guttman vennero seguite dall’italiano medico e chirurgo Antonio Maglio che nel 1957 divenuto primario del centro paraplegici di Ostia – Villa Marino – divenne un importante punto di riferimento.
Nel 1960 a Roma vennero disputati i primi giochi paraolimpici della storia e da quel momento in poi seguono la cadenza dei giochi olimpici.
Per arrivare però dove ci troviamo oggi e all’importanza e al seguito di cui godono i Giochi Paraolimpici n’è passata di acqua sotto i ponti e ce ne sono state di sconfitte e di medaglie vinte.
Molti paesi non avevano ancora una preparazione strutturale che permettesse loro di ospitare i giochi paraolimpici e spesso per questo motivo si disputavano in luoghi diversi da quelli olimpionici.
La data che sancì l’origine delle dispute delle Olimpiadi parallele fu il 1988.
I giochi di Seul videro per la prima volta il sistematico svolgersi di entrambe le olimpiadi nello stesso luogo. Da allora infatti i paesi che si candidano per ospitare i Giochi devono inviare la candidatura per entrambi.
Non è sempre stata una strada pianeggiante e le peripezie che hanno accompagnato il percorso di valorizzazione dei giochi paraolimpici ne è un esempio. Prima le strutture che potessero ospitarli, poi l’interesse delle emittenti televisive, a seguire la domanda di acquisto degli spettatori.
Col tempo questi problemi si sono affievoliti e di Olimpiade in Olimpiade sono stati superati.
La torcia paraolimpica partita per la prima volta da Stoke Mandeville in Gran Bretagna ricorda questo percorso di passione e trasformazione che ci ha condotti finalmente in una realtà in cui lo sport resta quel motivo comune che risuona nelle orecchie di tutti indistintamente ed è allo stesso modo capace di far danzare tutti.
La torcia ha forma quadrangolare e sebbene da spenta possa sembrare uguale a quella olimpionica, in realtà mostra i quattro valori paraolimpici.
VALORE – DETERMINAZIONE – ISPIRAZIONE – UGUAGLIANZA
La bellezza dei sogni sta tutta in queste parole così come il loro concretizzarsi.