Sentiamo e leggiamo tutto e il contrario di tutto sull’argomento immigrazione. Sappiamo o crediamo di sapere solo ciò che vogliono sappiamo. C’è un modo per sapere se la nostra opinione sull’argomento è davvero nostra, se ci appartiene veramente e il modo è dato dalla sensazione che ci lascia. Su quella sensazione occorre riflettere , perché ognuno di noi sente in maniera diversa le cose che vede e quelle che ascolta. Le sensazioni però spesso si scontrano con le emozioni, perché? Le emozioni dovrebbero rappresentare quanto di più intimo possa esserci e invece anche queste spesso possono essere il frutto di irretimento, come provocate ad hoc, per determinare una opinione. Ecco che la differenza la fa la sensazione, perché nasce dalla distrazione, da un istante non controllabile, appartiene in definitiva alla nostra parte inconscia. La mente resta sospesa a rimestare i pensieri ascoltati, le notizie apprese e la sensazione occupa lo spazio lasciato vacante. E’ su quello che si deve riflettere e immaginare , lasciare che la sensazione di ciò che abbiamo letto dispieghi i suoi effetti, ed ecco che l’opinione può risultare davvero nostra. Tutto questo per dire che l’immigrazione forse non è quello che vogliono farci credere, che le foto le immagini e le emozioni provocate non sono la verità di quello che accade. Certo la gente di fuori invade veramente i ns. territori , c’è davvero il fenomeno immigrazione , ma quello che non riusciamo a vedere è quello che c’è al di là di quello che appare. Perché? Perché arrivano tutti qui , perché alcuni stati sono così crudeli da non accoglierli, ma sono davvero crudeli? O forse stanno dicendo no alla mano che muove le immigrazioni? E se forse stessero osando sfidare Golia ? e che ne sappiamo magari può anche succedere che visto un piccolo Davide, qualcuno potrà essere così scellerato da unirsi a Davide e fare addirittura squadra. Assurdo!? Molto bella l’idea dei numeri, non i numeri in senso stretto, ma l’idea dei numeri, la somma che i numeri messi insieme possono creare, l’idea delle unità consapevoli. E se quei poveri illusi che hanno osato dire no all’Europa forse avessero ragione? Ma vuoi vedere che davvero stanno meglio ora? C’è poi un’altra sensazione da non sottovalutare ed è quella del vuoto deterministico della distruzione d’identità. Perché se da un lato la differenza è acquisizione di crescita e di conoscenza, un plusvalore che determina la crescita del capitale umano in termini di evoluzione, che scopo nasconde la mescolanza e la distruzione della identità culturale etnica e religiosa? Prendiamo tutte le novità degli ultimi mesi, gli acronimi, le riforme, la teoria Gender, l’immigrazione, le guerre, la crisi, la casta, le religioni, le lingue, e se tutte insieme non fossero altro che pezzi di un puzzle? Pezzi diversi che sembrano non avere nulla a che fare l’uno con l’altro, ma che una volta messi al loro posto, incastrati per bene, consegnano un disegno contro l’idea dei numeri. Contro l’idea dell’Umanità diversa e stupefacente? Dopo la lettura e l’ascolto della miriade di notizie, tutto con lo stesso non colore non sapore e non odore , come fossero acqua che in eccedenza allaga, acqua che provoca disperazione paura e morte, la sensazione era come esangue. Poi però ha prodotto un vecchio ritornello: C’è chi dice no… E se avesse ragione la musica?