di Danilo Cappella.
Mancano ancora tre partite per dichiarare conclusa la sesta giornata di campionato, ma alcune conclusioni si possono già trarre da quanto visto tra la serata di sabato e il pomeriggio domenicale. Napoli è la città degli odori, dei sapori. Il sapore, dopo questa giornata, è amaro, ma l’odore è di ottimismo. Il sapore è amaro perché, nonostante i tre punti guadagnati, c’è chi ha vinto alle 18.00 di sabato, con una dose di fortuna che difficilmente la squadra partenopea ottiene. Ma la cosa più imbarazzante, più amara, sono determinati giornalisti. Quelli che lavorano per le tv a pagamento, ad esempio. Poco fa, analizzando appunto la giornata di campionato, durante la consueta lettura dei risultati, uno di loro ha detto: “La Roma viene fermata dal Torino. L’Inter viene fermata dal Bologna. Il Chievo non riesce a fermare il Napoli. La Juventus vince…” Quindi pare evidente l’obiettivo di qualunque squadra di serie A. Fermare tutti e guardare la Vecchia Signora vincere. Diteci se possiamo provare ad illuderci, almeno. La frase del sedicente giornalista continuava, raggiungendo bassezze ancor più devastanti: “..La Juventus vince, con evidenti difficoltà, come del resto il Napoli, contro il Palermo”. Il dubbio mi assale. Il giornalista si stava riferendo a Napoli-Chievo di ieri sera, partita dominata dal Napoli senza nemmeno doversi applicare più di tanto, oppure a Palermo-Napoli di qualche settimana fa, terminata con un rotondo 3 a 0 in favore della squadra di Sarri? Mi lascio assalire dal dubbio, che non troverà mai risposta. L’unica certezza è che, a qualunque cosa si stesse riferendo, il “mezzo busto” ha toppato alla grande. Ma si sa che da prospettive annebbiate si ha una visione distorta della realtà. È da qui che viene l’amaro di cui sopra. O dalle dichiarazioni del presidente del Genoa Enrico Preziosi, che giusto tre giorni fa aveva definito i Napoletani “piagnoni” e “vittimisti” perché consci di aver subito degli evidenti torti nella partita giocata a Marassi. E oggi, dopo una partita pareggiata in casa contro il Pescara, protesta a gran voce davanti a qualsiasi telecamera, e chiede addirittura la sospensione dell’arbitro Irrati. La coerenza prima di tutto, insomma. Tutto quest’amaro in sole 48 ore. Eppure l’odore di ottimismo è troppo forte, e sovrasta in maniera ineccepibile qualsiasi voglia rovinare l’inizio di settimana partenopeo. L’ottimismo viene da Manolo Gabbiadini, finalmente tornato al gol e esploso in un’esultanza come mai fino ad ora. L’ottimismo viene da Marek Hamsik, al 100° gol con la stessa maglia. Le bandiere non esistono dicono, eppure qui da ormai una decade c’è un ragazzo sempre con il coltello tra i denti e la cresta alzata, fiero di indossare questi colori. L’ottimismo viene da gente come Piotr Zielinski, giocatore che ha saputo imporsi in un baleno e che sembra promettere grandissime cose. Il Napoli è l’unica squadra che ha vinto e convinto, lassù. Eppure questa cosa passa sotto traccia. Come se qualcuno temesse che cotanta bellezza possa concretizzarsi in un sogno lontano ormai 26 anni. Niente da perdere. Tutto da guadagnare. Napoli ci crede.