Da sempre si teme che la quiescenza del Vesuvio possa interrompersi, travolgendo la città di Napoli ed la sua provincia con lava e lapilli tali da annientarla. Eppure da uno studio condotto dalla University College di Londra in collaborazione con i ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, a far temere di più é la irrequietezza dei Campi Flegrei.
La ricerca, pubblicata anche su Nature Communication, evidenzia la pericolosità dell’attività sismica dei Campi Flegrei pari a grandi altri siti vulcanici : come il Rabaul in Papua Nuova Guinea, l’Hierro nelle Canarie e il Soufriere Hills sull’isola caraibica di Montserrat.
Christopher Kilburn, direttore dello UCL Hazard Centre a capo della ricerca, ha specificato che lo studio ha una natura prettamente scientifica, più che di prevenzione e al fine di una protezione civile.
Sta di fatto, però, che l’allerta rimane alta per la intensa attività sismica dei Campi Flegrei che, non si sa quando né come e né se evolverà verso una eruzione, ma è senza dubbio una attività che preoccupa e mantiene vigile l’attenzione.
L’agitazione nel sottosuolo profondo, tecnicamente definito “unreast”, é stata oggetto di diversi studi in questi anni, i cui risultati sono stati pubblicati su diverse riviste scientifiche e tutte concordano sulla preoccupante evoluzione della situazione nella caldera flegrea. L’ultima ricerca in ordine di tempo non ha fatto altro che confermare la presenza di un serbatoio di magma nelle acque di Pozzuoli che, secondo molti studiosi, dovrebbe essere oggetto di interesse dei maggiori vulcanologi internazionali, affinché le ipotesi di pericolo non si trasformino in paura e disastro ecologico ed umano.