Capodimonte. Il Bosco si prepara a diventare il Central Park napoletano.

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A Napoli il bosco di Capodimonte rappresenta tante sfaccettature della città.

E’ arte, è storia e per i sui 134 ettari è la testimonianza di quanto la natura sia imponente in questa città.

Da quasi due anni il museo e il bosco di Capodimonte sono passati sotto l’egida di Sylvain Bellenger che vanta esperienze di direzione in istituti artistici e culturali in Francia e Stati Uniti.

A partire da questo cambio di timone gli effetti sulla rotta sono già evidenti e alcuni risultati sono stati già raggiunti con numeri molto alti rispetto alla media cui si era abituati (solo a Pasqua 2017 c’è stato un incremento del 120% rispetto all’anno scorso).

Il Bosco di Capodimonte è aperto a tutte le vesti di Napoli e ora grazie alle nuove dritte sta diventando un punto di riferimento per i cittadini del quartiere. A questo proposito sono stati aperti ben due campi di calcio per i ragazzi, adiacenti alla Fabbrica di Ceramiche. Questa oltre ad essere stata un’idea che ha fatto illuminare grandi e piccoli ha dato la possibilità di preservare i prati del bosco.

Dall’intervista rilasciata alla Repubblica il direttore Bellenger ha spiegato che compito essenziale è fornire ai cittadini i servizi utili di cui hanno bisogno e come in altri paesi allo stesso modo Napoli ha il dovere nei confronti del proprio popolo di offrire possibilità di svago.

Svago ma non solo. Capodimonte ha molto altro e lo dimostra la ricca Pinacoteca con le sue preziose tele. E’ la più completa d’Italia per la sua capacità di raccontare la storia dell’arte sino a quella contemporanea.

Accanto ai tesori del Museo il Bosco può essere considerato un suo rivale a cielo aperto.

Qui la natura con un po’ di aiuto ha dato il meglio di sé.

La presenza di 400 diverse specie vegetali, la collezione di alberi esotici provenienti […] dalle diverse terre dell’Impero dove non tramontava il sole: il cipresso calvo di Montezuma, alla cui ombra si materializzavano le tremende divinità atzeche, o gli splendidi Cinnamomun, l’albero della canfora, ce n’è uno gigantesco che ha tre secoli. «È uno dei monumenti più importanti che abbiamo», si compiace Bellenger, secondo il quale «l’insieme del Museo e del Bosco configura uno dei siti storici e naturalistici più importanti d’Europa e del mondo, dove è possibile godere e comprendere insieme le bellezze dell’arte, della terra, della natura»”. (fonte repubblica.napoli.it)

Le idee per regalare a questo posto quella lucentezza e regalità artistica di un tempo sono tutte in fermento. L’obbiettivo di Bellanger è quello di rendere questo posto il Central Park di Napoli.

L’arte, la musica, la botanica sono tutte arti che la nuova direzione di Bellenger intende preservare riportandola al servizio dei napoletani.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.