Dire che Napoli è una città di una bellezza magnifica potrebbe essere un luogo comune, visto che tutti, sia gli amanti che i suoi detrattori, non possono non mettere in evidenza lo splendore di un’ex-capitale, che conserva moltissimi segni qualificanti della sua regalità, nonostante le tracce di malessere che non si possono negare.
Peraltro, in questi anni, alcuni piccoli passi in avanti sono stati fatti: vedere il Bosco di Capodimonte, nel giorno di Ferragosto, visitato da migliaia di turisti è una vera gioia, così come lo è notare che quegli stessi luoghi, nonostante le copiose presenze, sono puliti alla stessa maniera di un giardino pubblico svizzero o inglese.
Napoli è una delle mete preferite del turismo internazionale: è, questo, un dato che ormai non sorprende più neanche i suoi detrattori, nonostante alcune testate giornalistiche, nazionali ed internazionali, si divertano a descrivere il capoluogo campano come la capitale del crimine.
È chiaro che di Napoli non si può coltivare, solo, un’immagine oleografica: una cosa è passeggiare a Via Chiaia o a Piazza del Plebiscito, altra cosa è farlo nei vicoli che si aprono, a rete, intorno alla rinnovata Piazza Garibaldi, che sono divenuti – ormai – luoghi di conquista dell’immigrazione.
Ma, forse, le altre città europee non presentano, anch’esse, i quartieri che è bene non visitare, soprattutto in alcune ore della giornata?
Il malessere di una metropoli non può non associare Napoli a New York o a Città del Messico o a Rio: dove vivono milioni di individui, è ineluttabile che fiorisca il crimine, sia quello associato, sia quello di strada, che per alcuni aspetti fa molta più paura della grande criminalità organizzata.
Il patrimonio artistico e culturale, che Napoli può presentare al turista, è smisurato ed è tutto di straordinaria fattura: molto spesso, non è però valorizzato nel modo migliore o, peggio, non è neanche conosciuto adeguatamente da chi, pure, dovrebbe farne occasione di promozione della città e di sviluppo economico.
Ma – dicevamo – Napoli, nonostante tutto, è una meta turistica alla pari di Venezia o di Roma o di Firenze e questo rappresenta un elemento confortante, dal momento che l’economia, indotta dal turismo, può essere un ottimo volano, anche se da sola non può essere la panacea di tutti i mali per una terra, che ha perso la grande industria e che rischia di perdere, finanche, l’agricoltura per gli effetti perversi dovuti allo sversamento di sostanze tossiche in alcune aree della regione, in particolare.
Ma, le immagini di un caldo Ferragosto non possono che confortarci.
Forse, è necessaria una migliore organizzazione?
Forse, è necessaria una quantità di informazioni maggiori per il turista, che passeggia per il centro storico?
Forse, è necessario che venga assicurata l’apertura di negozi, anche nei giorni festivi?
Forse, sono necessari tanti piccoli espedienti, che possono migliorare il livello di accoglienza di chi viene a Napoli per conoscere il suo prestigioso passato, ma certamente i passi compiuti sono importanti e non si possono negare.
D’altronde, se tutti tifiamo per l’emancipazione di Napoli dai suoi atavici problemi, non possiamo non fornire, nel nostro piccolo, un contributo prezioso alla crescita della città che, nel mondo, rappresenta l’intera Italia meridionale.