La Basilica di San Giovanni Maggiore di Napoli, dal 18 novembre al 25 febbraio 2018, ospiterà Van Gogh – The Immersive Experience, una mostra virtuale interattiva, in onore del grande pittore impressionista olandese. Virtuale, perché sulle mura e sui soffitti della Basilica saranno proiettate le sue opere con un sofisticato sistema di proiezioni 3D mapping, ed interattiva in quanto l’obbiettivo degli organizzatori dell’esposizione sarà far immergere completamente lo spettatore nei dipinti di Vincent Van Gogh, in un percorso della durata di più di un’ora.
Un connubio, quello tra multimedialità e arte, che sta riscuotendo sempre più successo nel pubblico, come già accaduto per la Klimt Experience alla Reggia di Caserta. Con questa modalità la sensazione è quella di essere completamente investiti dalla maestria dell’artista, e soprattutto ci si sente avvolti a tutto tondo dalla vivacità delle sue coloratissime pennellate. Sono proprio i colori il tratto inconfondibile dello stile di Vincent. Ricordiamo le cascate di vortici gialli e blu, visibili nella Notte stellata o quelli nel Campo di grano con volo di corvi; i suoi famosissimi Girasoli di quel caloroso arancio; o ancora, i toni più freddi del suo Autoritratto e l’atmosfera soffusa dei Mangiatori di patate.
Attraverso il colore, il pittore olandese ha voluto esprimere con l’ausilio dei suoi quadri le sue emozioni più forti. Per tale ragione, non fu molto compreso dai suoi contemporanei, ancora abituati a una pittura più sofisticata e per nulla primitiva. Non a caso, quella di Vincent non è mai stata una personalità semplice. Probabilmente era effetto da una forma di bipolarismo, e si può ben dire che questo si sia ripercosso anche nelle sue opere, mediante quelle tonalità e linee così variabili. Infatti, famosissima è la sua amicizia, un po’ tormentata, con il grande pittore Paul Gauguin, con cui visse per un periodo in Provenza, sotto spinta del fratello Theo.
Van Gogh ne trasse beneficio: non solo si sentì meglio con se stesso, ma produsse anche tantissimi quadri. Al contrario, Gauguin continuava a non tollerare più le manie dell’amico e la sua produzione artistica ne risentì in negativo. Tant’è vero che lui decise di abbandonare Van Gogh, il quale profondamente sconfortato dalla cosa si tagliò un orecchio, in preda a una crisi di follia. Tuttavia, ci sono alcune versioni che affermano che fu Paul a ferire l’amico Vincent, rincorrendolo con un rasoio.
Ad ogni modo, la breve amicizia così terminò, e per il pittore olandese cominciò un periodo dagli effetti psicologici disastrosi che lo portò a suicidarsi sparandosi in petto, durante una delle sue solite passeggiate nei campi. Gli stessi campi che da sempre ha dipinto nelle sue opere, e che forse erano l’unico rifugio per la sua anima inquieta.