Il 10 gennaio 2018, si è tenuto un convegno nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “G. Puccini” di Casoria, al termine di un’altra tappa, di un percorso intrapreso da qualche anno, in cui gli studenti sperimentano il mestiere di cronista e qui possiamo trovare la pagina dedicata ai loro articoli, sulla testata del giornale “la Repubblica” http://scuola.repubblica.it/campania-napoli-icgiacomopuccini4cd/
Tutto è cominciato da un libro, adottato nelle classi: “Gli angeli guerrieri della terra dei fuochi”, nella sua versione scolastica, dal titolo “La terra dei fuochi”, del professor Amedeo Caramanica. Un romanzo dedicato alla memoria di tutte le persone sottratte alla vita dalla mano spietata e silente delle ecomafie.
Un’opera narrativa delicata e intensa al tempo stesso, perché non è compito semplice affrontare tematiche di tale portata, con dei giovanissimi allievi.
Ma i nostri ragazzi, leggendo leggendo, hanno preso coscienza di questo fenomeno criminale che ha deturpato la maggior parte dei comuni di Napoli e Caserta; si sono informati, guardando reportage, documentari, cortometraggi, studiando materiali trovati nel Web.
Lo scenario che si è presentato ai loro occhi è stato di straziante impatto emotivo.
In sintesi:
- più di trent’anni fa, la mafia diede vita ad un nuovo business, quello dei rifiuti;
- oggi, il fenomeno investe molte regioni italiane, da Nord a Sud;
- nei primi anni novanta, la Polizia di Stato avviò un’indagine per sospetto smaltimento illegale di rifiuti, tra Napoli e Caserta;
- le ricerche si fermarono, fino al 2011, quando furono riprese;
- l’ARPA della Campania, nel frattempo, continua a sfornare rapporti inquietanti: un’area di oltre tre milioni di metri quadrati risulta fortemente danneggiata dalla massiccia presenza di rifiuti tossici;
- poco più di due anni fa, nel 2015, vengono scoperte le più grandi discariche sotterranee di tutta Europa;
- promesse di aiuti, promesse di bonifiche;
- dopo oltre trent’anni, la terra brucia ancora e, stavolta, lo fa da sola, per autocombustione: in qualche modo, ci sta restituendo tutto “il male” che ha dovuto accogliere dentro di sé…
…e ad un certo punto si sono posti una domanda:
“Perché?”.
E una risposta l’hanno trovata, una sola, perché altre non ve n’erano: “Realizzare affari economici, luridi affari economici”.
… e ancora un’altra domanda:
“Noi cosa possiamo fare, per fermare gli artefici di questa devastante distruzione ambientale?”.
Ce l’hanno spiegato bene le mamme dei “bimbi della terra dei fuochi”, dell’associazione “Noi genitori di tutti” di Caivano, presenti al convegno. Hanno tratto la forza proprio dalle loro struggenti esperienze, per denunciare, sensibilizzare, ma soprattutto per aiutare econonomicamente e psicologicamente quanti, oggi, si trovano a vivere il loro stesso dramma.
Ce l’ha spiegato bene l’artista di strada, dell’associazione “Rena Nera”, quando da un bidone della spazzatura ha estratto numerose bolle di sapone, leggere, con i colori dell’arcobaleno: un invito a continuare a sognare, ma sogni lucidi e coscienti.
Ce l’ha spiegato bene la preside, la professoressa Fabiana Squillace, quando a conclusione dell’incontro, ha indicato l’immagine che il proiettore rifletteva…la nostra Costituzione.
“E’ proprio da qui che dobbiamo partire, applicando quelle norme basilari, il rispetto delle più semplici regole di cittadinanza democratica. E lo dobbiamo fare nelle nostre “piccole” azioni quotidiane”.
Ce l’hanno spiegato bene i nostri ragazzi, proprio in apertura dell’evento quando, diretti dalle professoresse Briguori e Biondi, hanno eseguito una suggestiva interpretazione musicale per flauto, chitarra e triangolo de “La libertà” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini.
«La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione!».
In risposta all’assenteismo e all’indifferenza delle istituzioni, ci sono anche coloro che si ribellano, e non si piegano, e non mollano, e desiderano il riscatto. Quelli che non lasciano la propria terra, per cambiare le cose.
La Scuola c’è. Sempre