di Gemma Delle Cave
Nonostante le difficoltà legate al lockdown, timidamente sono ritornate le mostre temporanee. È il caso di menzionare la rassegna delle Gallerie d’Italia a Palazzo Zevallos di Napoli intitolata Napoli Liberty. “N’aria ‘e primmavera”, curata da Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca.
L’esposizione, che permarrà nel capoluogo partenopeo fino al prossimo 24 gennaio 2021, è interamente dedicata al movimento artistico e culturale del Liberty. Il Liberty ha visto il suo sviluppo tra l’800 e il ‘900 e ha influenzato con potenza tutta la concezione artistica di quel periodo, sia in Italia che all’estero. Il luogo d’origine è la Francia, infatti, un altro nome con cui si identifica è Art Nouveau (arte moderna o arte nuova).
I principi su cui si fonda il Liberty possono essere riassunti in alcuni punti salienti:
- Nasce come reazione alla produzione seriale di oggetti a livello industriale
- Vengono rigettati il pensiero scientifico e il realismo per far spazio all’idealizzazione di mondi incantati e dei sogni
- Le forme che lo caratterizzano sia in arte che architettura sono sinuose e floreali, ispirando così eleganza
- In Italia, il termine liberty deriva dal fondatore di alcuni magazzini a Londra, A. Lasenby Liberty, i quali vendevano oggetti di provenienza orientale
Tra i principali artisti di questa corrente ritroviamo, ad esempio, il pittore del famoso bacio Gustav Klimt, l’architetto della Sagrada Familia di Barcellona Antoni Gaudì. Soprattutto sono da evidenziare le innumerevoli locandine pubblicitarie realizzate, come quella del noto champagne Moët & Chandon.
E a Napoli proprio il Palazzo Zevallos, sede della mostra, è una dimostrazione del Liberty, quella Belle Époque che ridiede vigore a una città da poco uscita dal dramma del colera. Altro clamoroso esempio di stile floreale è il palazzo Mannajuolo in via Filangieri, celebre per la sua scala elicoidale.
Si possono contemplare al Palazzo Zevallos opere del movimento d’avanguardia, denominato Secessione dei 23, nato nel 1909 con i dipinti di Felice Casorati, Edgardo Curcio, Francesco Galante, Odoardo Pansini, Raffaele Uccella ed Eugenio Viti, insieme agli scultori Costantino Barbella, Filippo Cifariello e Saverio Gatto. Spazio anche alle arti applicate come La fontana degli Aironi di Filippo Palizzi.
E poi opere nate nel Museo Scuola Officina e quelle presso la Scuola d’arte di Sorrento con gli intarsi. In più, sono presenti anche lavorazioni di oreficeria preziosa e delle pietre dure, come corallo e madreperla, settore in cui Napoli è sempre stata la prima in tutta Europa e nel mondo con le realizzazioni della Scuola del Corallo di Torre del Greco.