Ad oltre due anni di distanza dal precedente “Cosmonauta Da Appartamento”, Joe Barbieri torna a sorpresa domani con un nuovo album di inediti dal titolo evocativo: “Origami”.

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Ad oltre due anni di distanza dal precedente “Cosmonauta Da Appartamento”, Joe Barbieri torna a sorpresa il 9 giugno prossimo, con un nuovo album di inediti dal titolo evocativo: “Origami”.

Joe Barbieri stesso ci racconta il suo nuovo progetto con queste parole: “Ho vissuto il concepimento di questo disco – dalla composizione delle singole canzoni, fino alla scrittura degli arrangiamenti, alla loro realizzazione – in prevalente solitudine, immerso in un processo di ricerca intima della essenzialità e dell’estetica più pura di cui potevo essere capace.

Con il passare degli anni, conoscendo ormai direi bene alcuni lati di me (altri mi restano del tutto oscuri), ho accettato di essere una persona per certi versi molto fragile, che si può mortalmente ferire con una parola e si può salvare con uno sguardo, con l’abbraccio giusto. Ebbene in questo album, questa fragilità è esposta, senza riserve; ma è proprio in questa fragilità che, ascoltando questo manipolo di canzoni – asciutte, impavide, scoperte –, io trovo ogni volta una terapia possibile, una consolazione; assoluta seppur temporanea

Gli origami (ovvero l’arte giapponese di piegare la carta fino a farla diventare, ad esempio, un fiore, una farfalla o un uccello), da cui ho mutuato il titolo, sono la cosa più vicina alla spinta propulsiva che ha originato questo progetto: negli origami convivono vulnerabilità e bellezza, rigore e sostanza, accettazione e cambiamento, densità e leggerezza. Ovvero quella perfezione che sfugge, che fa male, che fa bene, e che mi ostino di ricercare. Anche – ed ancora – con questa mia nuova opera”.

Ascoltandolo, “Origami” può forse essere considerato il compendio del suono e della scrittura di Joe Barbieri, il capitolo nel quale il linguaggio dell’artista napoletano tocca la sua definitiva riconoscibile compiutezza. E a dispetto dell’isolamento nel quale è stato inizialmente concepito, per registrare “Origami” si sono dati convegno molti virtuosi italiani del jazz: da Paolo Russo a Giuseppe Milici. Fino a Paolo Fresu, che duetta con Barbieri nella intensa “Rinascimento” e che racconta così il loro incontro: “Sono anni che con Joe ci inseguiamo. Artisticamente, intendo. Ed è stata la prematura dipartita del comune amico Gianmaria Testa a farci finalmente incontrare a Roma in occasione del concerto a lui dedicato. A dimostrare quanto i vuoti siano, a volte, costruttori dell’altro. Con la musica che sapientemente riempie gli spazi”. A Fresu fa eco Barbieri: “Paolo è la quintessenza del suono che si fa minimo, leggero, necessario. La scelta di registrare qualcosa assieme è figlia dell’identità sonora di questo disco, ideale per accogliere il suono di Paolo e per essere a sua volta accolta dal timbro della sua tromba”.

“Origami” si sviluppa sulla distanza di 11 canzoni originali, tutte a firma di Giuseppe (“Joe”) Barbieri.

Questa la tracklist: Un Posto Qualunque / Una Tempesta In Un Bicchier D’Acqua / Una Cicatrice Ed Un Fior / Belle Speranze / Rinascimento / Sincronicità / Mia Divina / Tu Mi Dimentichi / Testardamente / Pane Per I Tuoi Denti / Buongiorno Signorina.

Il disco è uno scrigno di gemme preziose, segnaliamo: ” Un posto qualunque” bossa nova esistenzialista, dedicata alla ricerca del proprio centro, del proprio punto di prospettiva; ed in perfetta sospensione tra due dei più feroci amori musicali di Joe Barbieri: João Gilberto e Luigi Tenco. “Una cicatrice ed un fior” Il jazz come dialogo, in questo caso tra la voce di Barbieri e l’armonica a bocca del palermitano Giuseppe Milici. Riverberi di una canzone italiana di metà secolo scorso e di un suono di “chetbakeriana” memoria che ne slabbra e spettina i confini. E ancora, “Belle speranze”, ispirata dai nipoti dell’autore,  una osservazione sulla gioventù, ed in particolare sul momento dorato dell’adolescenza più acerba e spigolosa in cui si scopre l’altro sesso e ci si innamora per la prima volta. La tromba solista è di Gianfranco Campagnoli. Originale” Testardamente” una musica che nasce nel centro del mediterraneo: un po’ fado, un po’ sirtaki, un po’ canzone italiana; il tutto avvinto in un ritmo 2/4 che è un po’ seduzione, un po’ nenia, un po’ invocazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nasce nella terra di San Ludovico, divide il suo tempo tra l' Ateneo Federiciano e il Domenicale. Laurea in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione alla Federico II. Da ragazzo voleva fare il critico cinematografico ma ha rinunciato perchè " il cinema è una cosa troppo seria per confonderla con i giornali". Ha diverse passioni, tra queste: parlare con la figlia Ludovica e "passare più tempo possibile davanti al mare" . Specchio d'acqua di riferimento: il porto di Palinuro. E' ardente ammiratore di Paolo Sorrentino, Joe Barbieri e Paolo Conte...Odia le persone che lo toccano quando parlano e non smetterebbe mai di parlare del Napoli. Il suo attuale "pensatore" di riferimento è Hirving Lozano.