di Alessandro D’Orazio
Sfiduciati e provati dalla pandemia, gli adolescenti sono risultati la categoria in assoluto più soggetta al rischio di disagi psico-fisici. Secondo una indagine effettuata da Cittadinanzattiva – la quale ha raccolto le voci di 5713 giovani – più di 1 ragazzo su 3 (37%) ha avuto l’esperienza diretta di persone care contagiate e addirittura di una perdita quasi per 1 su 4 (23%). I due terzi dei ragazzi e ragazze hanno perciò grande paura di contrarre il virus e più della metà (58%) riconosce che sono aumentate tra i loro pari le forme di disagi psichici e fisici.
A generare questi disturbi pesano la lontananza dalle persone più care, il divieto di potersi muovere liberamente, quello di incontrare amici e compagni di scuola; oltre a ciò, c’è anche la noia nello stare chiusi in casa e l’impossibilità di praticare attività sportive. L’assenza della scuola in presenza ha rappresentato poi un ulteriore motivo di sofferenza per più di un intervistato su tre.
“Le testimonianze dei ragazzi esprimono sofferenze e disagi profondi anche perché per 16 mesi si sono sentiti non considerati, silenziati, invisibili” sottolinea Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. Al riguardo, un giovane su venti ha fatto uso di ansiolitici e anti depressivi.
Nell’ultimo anno la stragrande maggioranza dei giovani intervistati ha inoltre sperimentato sbalzi di umore (63%), seguiti dai disturbi del sonno (57%), dell’alimentazione (46%) e dalla consapevolezza di essere iper connessi (38%). In aumento anche l’accesso e la visione di materiale pornografico (30%), il consumo di tabacco (31%) e di alcolici (24%), così come quello di droghe (13%) e del gioco d’azzardo (10%). Desta, infine, preoccupazione l’aumento degli episodi di cyberbullismo: un ragazzo su sette dichiara di avervi assistito e uno su dieci di esserne stato vittima.
In estrema sintesi, dalla ricerca emerge un quadro decisamente poco felice circa la condizione psichica ed emotiva degli adolescenti in epoca pandemica; risultato che dovrebbe spingere i tanti interlocutori preposti alla crescita dei futuri uomini e donne ad adottare adeguate contromisure per evitare la diffusione di disagi ancor più profondi.