di Mariapia Brunelleso
Il prossimo 6 marzo ricorrerà, come accade ogni anno dal 2012, su delibera del Parlamento Europeo, la “Giornata dei Giusti fra le Nazioni”, in ricordo di coloro che, consapevoli del rischio, si sono esposti, in difesa di vite umane, contro i genocidi e i totalitarismi.
Solo pochi giorni fa, il 15 febbraio, Adriano Ossicini, ex partigiano, psichiatra e già parlamentare della Sinistra indipendente fino al 1992, nonchè Ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale durante il Governo Dini, si è spento all’Ospedale Fatebenefratelli, sull’Isola Tiberina. Durante la guerra, nello stesso nosocomio, era stato allievo e stretto collaboratore del Primario, Giovanni Borromeo, anche lui, come Ossicini, riconosciuto come Giusto fra le Nazioni.
Ossicini inventò una pericolosa malattia, dall’ironico nome di “Morbo K”, in riferimento alle iniziali dei nomi dei due più alti ufficiali nazisti di stanza a Roma: Kesserling, comandante supremo delle forze tedesche in Italia e Kappler, capo della Gestapo nella capitale. Uno stratagemma con cui riuscì, attraverso false cartelle cliniche sottoscritte dal primario, a salvare, dalla retata del ghetto avvenuta il 16 ottobre del 1943, alcune famiglie di ebrei i cui componenti vennero posti nel reparto di isolamento perché ritenuti afflitti da questo morbo pericoloso e molto contagioso.
Gli ufficiali si tennero alla larga e Ossicini potè continuare nella sua attività di partigiano. Nel 1992, dopo la sua nomina a Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, fu invitato ad un seminario sul concetto di “fraternità” che Ossicini esaminò non dal punto di vista religioso, ma come carattere peculiare del sé, che può essere accettato rendendoci pienamente umani, o rifiutato, alterando la nostra stessa natura.
Abbiamo più che mai bisogno dell’esempio di uomini Giusti per salvare noi stessi dalla furia cieca e dalla barbarie di questi tempi senza compassione, intesa come manifestazione incondizionata di solidarietà verso chiunque attraversi il disagio socio-economico e politico della nostra epoca la cui vera crisi si sostanzia nella negazione dell’etica e della morale.