All’inizio del 2015, a gennaio, Beppe Grillo, leader del M5S, organizzò a Napoli la “ Giornata dell’Onestà” , una sorta di kermesse propagandistica in cui si celebrava l’onestà in una città disonesta, secondo il solito stantio stereotipo in voga. Questo suo convincimento si palesò in maniera sgradevolmente evidente quando, rivolgendosi alla deputata napoletana Carla Ruocco , esternò :” Una napoletana che parla di onestà? Sei geneticamente modificata!” Una battutaccia sul napoletano disonesto che fu condannata anche dagli stessi pentastellati e dalla Ruocco, ma non con particolare veemenza. Silenzio dei tanti deputati meridionali, a parte Pina Picierno.
Oggi ci risiamo; a Napoli Rosi Bindi, deputata PD e presidente della Commissione Antimafia, ha discettato sulla camorra quale organizzazione presente nel DNA di Napoli. E dagli con questo DNA! Inoltre la malavita organizzata sarebbe talmente endemica da risultare difficile da estirpare, causa la sua capacità altamente rigeneratrice. Una valanga di reazioni; questa volta non è il solito Grillo parlante a vanvera a fare la gaffe, ma addirittura il Presidente della Commissione Antimafia, deputata PD, anche se fortemente dissidente con la linea politica del suo segretario. Chiaramente ha smentito, ha cercato di cambiare il senso del suo intervento ma ormai quello che è stato detto rappresenta, ancora una volta, la metafora di una classe politica che ripete slogans insulsi e senza senso, offendendo un popolo che sta facendo di tutto (da sempre ) per uscire fuori da questi clichès.
Il sindaco DE Magistris non ci sta : “ Io non so quale fosse il vero pensiero della Bindi, ma le sue parole mi hanno fatto saltare dalla sedia”!. Certamente la camorra esiste sul nostro territorio, ma di certo si è allentato notevolmente il rapporto organico tra politica e malaffare. La politica comunale combatte le organizzazioni criminali tenendole lontane dalla gestione del potere. Anche il Presidente della Regione De Luca considera un’offesa la generalizzazione e la superficialità delle affermazioni della Bindi, come anche il procuratore Colangelo. I napoletani onesti non ci stanno; niente DNA infetto, basta con queste offese gratuite e datate. Il “ piacere dell’onestà” è ancora più grande in una città dove , purtroppo, esiste la malavita!