- di Gianluca Carosello
Sono circa tremila i professionisti campani che rischiano di perdere il posto di lavoro entro il prossimo 15 aprile: potrebbe essere questo l’effetto devastante dell’approvazione di un decreto regionale (17/2016) che sta destando notevole interesse nelle ultime ore. Lo riferisce il Corriere del Mezzogiorno: tale decreto sancirebbe l’aggregazione dei laboratori di analisi della Campania, minando ancora una volta l’ambito dei servizi sanitari della nostra regione e mettendo in discussione il posto di lavoro di migliaia di biologi e tecnici di laboratorio, che non a caso hanno intenzione di levare la loro voce contro questo piano regionale, che costituisce un serio pericolo per l’esercizio della loro professione. L’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB), infatti, ha già fatto sapere con una nota pubblicata sul sito ufficiale il 25 marzo scorso di aver incaricato «il proprio ufficio legale di ricorrere contro qualsiasi indicazione di accorpamento».
Quali saranno le conseguenze del provvedimento in questione? L’applicazione di questa misura prevede l’aggregazione dei laboratori accreditati che abbiano una soglia inferiore alle 70.000 prestazioni annue: i suddetti laboratori perderanno la possibilità di svolgere interamente le diverse fasi del processo di analisi, divenendo di fatto dei «semplici centri prelievo», come ribadisce il Corriere del Mezzogiorno. Vi sarà invece un laboratorio centrale, a cui faranno capo tutti gli altri e a cui verranno inviate le provette: al corelab – così si chiamerà il laboratorio centrale – verranno inviati campioni da analizzare, e ad esso spetterà l’espletamento delle diverse procedure di analisi.
Si tratta di un provvedimento che inciderà oltretutto sui servizi offerti ai pazienti e recherà danno soprattutto a quanti avranno l’esigenza di effettuare analisi urgenti: l’invio dei campioni al laboratorio centrale aumenterà infatti i tempi di attesa degli esiti delle analisi stesse. Ma ciò che in questi momenti preoccupa maggiormente è il rischio che più di tremila professionisti possano restare senza lavoro, come denuncia la Dottoressa Elisabetta Argenziano, segretario nazionale di Federbiologi. In una regione come la Campania, che già di per sé versa in una complicata situazione economica, tanto che sono sempre più i giovani costretti ad abbandonare la propria terra alla ricerca di un posto di lavoro, un provvedimento del genere è un ennesimo boccone amaro da digerire.