Tra le novità narrative dell’autrice partenopea Anna Iaccarino è di recente approdato in tutte le librerie d’Italia “Il prato negli occhi”, Guida Editori, pagg. 220 – Euro 18,00.
Un percorso letterario di maturazione, che segue dopo “Il tempo di noi” / Passi in cammino di parole” (2019), un libro double face di cui la prima copertina vede un racconto di 60 pagine di spaccato familiare a taglio introspettivo che ruota intorno alla figura del nonno per attraversarne il divenire di un tempo collettivo, e la seconda copertina contenente una lunga sequela di componimenti in versi. E poi, ancora, “Di vita e frammenti” (2021), una raccolta di 105 poesie, tra inedite ed edite e 5 mini-storie a taglio tematico libero.
Oggi, con “Il prato negli occhi”, Anna Iaccarino torna con il suo terzo affondo letterario, stavolta in veste di romanzo.
La presentazione ufficiale del libro è avvenuta sabato 11 maggio 2024 nella Sala Palizzi del Grand Hotel Oriente, la centralissima struttura ricettiva in pieno centro storico della città di Napoli. Una sala gremita, attenta, vogliosa di arricchirsi di una traccia culturale che ha messo al centro l’amore nel senso più ampio dell’accezione. Amore per la vita, per gli affetti, per l’amicizia, per la condivisione di spazi di vita. L’autrice era accompagnata dalla scrittrice e poetessa Prof.ssa Angela Procaccini e dal sociologo Christian Sanna, che ne hanno condiviso ogni afflato, hanno saputo reggere e donarsi brillantemente all’urto di una traccia narrativa capace di ancorare a sé la ricercatezza di una storia che, dopo una rotta lunga e tormentata, atterra morbidamente al suolo, lasciando una interminabile scia d’amore. Un romanzo che apre riflessioni, che analizza il sentire umano al femminile, che aiuta, in maniera terapeutica, a dipanare alcune congetture erroneamente stratificate nell’immaginario collettivo. L’amore che perde, la competizione tra donne, il disinteresse alla vita degli altri, i tanti sud del mondo lasciati negli ultimi cassetti della mente degli agiati. Tutti concetti che l’autrice ribalta con delicatezza verbale, con analisi dedicate, con un inchiostro che non macchia il foglio.
Chi cercherà, in questo libro, giudizi di vita definitivi, soluzioni d’uscita da questo interminabile presente, chi si aspetta una gratuita positività che contrasti un incedere quotidiano faticoso, meglio che volga lo sguardo verso altre letture, che lasci perdere nell’affrontare qualcosa che, al contrario, alimenta esistenze libere, anime vaganti, racconta uno spaccato di mondo con filosofia praticata sul campo, con iniezioni di speranza sostenibile.
Solo l’intuito di una donna poteva mettere al centro un romanzo al femminile capace di guardare in tutte le direzioni, dove gli uomini diventano “accompagnatori” presenti nelle pratiche sentimentali e non, tracciate da donne. La parità di genere, in questo libro, è credibilmente fondata sul rispetto e la reciprocità tra i sessi, l’autrice ha saputo tracciare una complicata linea di equilibrio al di sopra della quale l’amore viene conquistato con lealtà, senza drammi apparenti e consumazione degli esseri.
L’amore è una conquista intelligente e Anna Iaccarino lo traduce in punta di penna, anche affondando in aspre fasi intermedie, a tratti addirittura drammatiche, ma conquistando, a finale, un alone luminoso, un sottile campo di radiazione illuminante, un corpo radioso quasi invisibile alla normale percezione.
Un libro quello di Anna Iaccarino che culla sogni ma che riesce ad ancorare anche i piedi a terra, che ammicca al sentimento umano più alto, l’amore, con struggente passione, non omettendo la crudeltà delle variegate interpretazioni a cui l’essere umano volge lo sguardo per esso.
Alla razionalità settecentesca è seguito il romanticismo del 1800, un secolo, quest’ultimo, caratterizzato dalla conquista interiore, dalla spiritualità. Se proprio una catalogazione la si vuole dare a questo libro lo si potrebbe tranquillamente collocare in una libreria di quella epoca, dove l’emotività, l’immaginazione e la fantasia, regnano sovrani.
Con una sola inequivocabile variante, il linguaggio romanzesco qui è reale, vive di un ambiente vero e chiunque potrebbe sentirsi alla stregua dei personaggi rappresentati.
“Il prato negli occhi” lascia la porta aperta, rispetta il lettore al punto da fargli immaginare la continuazione della storia a suo piacimento, come se, l’autrice, invitasse chi legge ad allungare l’inchiostro. Si può andare in ogni direzione, con la sola raccomandazione di mantenere quel livello e di non farsi risucchiare da questa banalità quotidiana.
Non sarà facile