Appunti sull’anima

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di Christian Sanna

Perchè scrivo? Per paura di perdere i ricordi, di svegliarmi un giorno senza memoria e non sapere da dove iniziare a ricostruire, mettere insieme i pezzi della mia vita o meglio delle mie due vite; quella esteriore e quella interiore. Sto così sempre a considerare fra mille possibilità e a scomporre pensieri per poi ricomporli in gesti, frasi, sguardi. Se Dante o Petrarca non avessero scritto di Beatrice e Laura, quegli amori sarebbero stati dimenticati ed oggi nessuno ne parlerebbe ed invece quei sentimenti, tutto quel bene che c’è stato insieme alle illusioni ed al sogno d’amore resistono da più di settecento anni e sono più vivi che mai.

Quando ho parlato del concetto di eternità ho anche detto che andrebbe lasciato a poeti, scrittori e filosofi poichè è uno degli argomenti su cui si reggono poesia, letteratura, filosofia. Credo sia giusto che ne parlino religiosi, credenti – in fondo, la finitezza inquieta, non stimola la fantasia e la gente ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa perchè se dopo la vita non ci fosse niente non solo sarebbe deludente, ma probabilmente non avrebbe senso. Si accetta, seppur a malincuore, la morte come un avvenimento naturale che prima o poi dovrà accadere, anche se si spera il più lontano possibile nel tempo ma talvolta si fa fatica ad accettare la fine di una storia che sia d’amore o di amicizia ed io mi sono sempre chiesto perchè, da dove venga questa presunzione che le storie debbano durare per sempre.

Tutto ha un inizio e una fine e le vite sono futuri aperti con finali spesso imprevisti. Cerco Dio soprattutto quando non ne ho bisogno, quando sono distratto ed è un pensiero leggero, mai ossessivo e so benissimo che questa ricerca anche involontaria è una forma di investimento a fondo perduto. Del resto non credete che i sentimenti che iniettiamo nelle relazioni siano a fondo perduto? Se ci pensate bene, non aspettarsi niente dagli altri dovrebbe essere la regola numero uno per amare incondizionatamente e non soffrire ed invece stiamo sempre lì ad attendere un ricavo, la maturazione degli interessi si quanto versato, il corrisposto. La reciprocità. Penso che aspettarsi qualcosa sia una caratteristica molto umana su cui si basa l’equilibrio dei rapporti, la reciprocità. Voltaire afferma Siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: questa è la prima legge di natura. Perchè scrivo? Secondo Anne Frank Posso scrollarmi di dosso tutto mentre scrivo; i miei dolori scompaiono, il mio coraggio rinasce, mentre per Asimov scrivere equivale a respirare, senza scrittura c’è la morte in vita.

Tutto questo per dire che faccio della mia vita un diario di appunti sull’anima e torno stanco da un Sogno proprio come Fernando Pessoa e la fatica è mentale, spirituale. Un pò come essere andati in una miniera del pensiero a scavare intuizioni, ad estrarre significati. Ho scritto più di mille poesie, centinaia di aforismi, decine di articoli e racconti, ho esagerato con i pensieri, i tormenti e sono diventato il fumetto di me stesso: tutto occhi, inquietudine, scatti e consistenza di una nuvola. Mi sono dimesso tutte le volte che sono venute meno le motivazioni, ho chiuso rapporti ogni volta che sentivo di non poter dare più nulla perchè non sono il tipo che si trascina, non lo trovo dignitoso nè all’altezza della mia storia di uomo che non si limita ad esistere.

Non voglio fare bilanci, del resto sono stirato perchè ogni giorno dilapido talento, tempo, energie e l’ipotesi di essere un bluff o comunque una promessa non mantenuta non la scarto proprio perchè ho più dubbi che certezze, non dò mai nulla per scontato ed ogni giorno mi affatico a conquistarmi una fetta di merito e credibilità verso quelle persone a cui voglio bene o quantomeno mi stanno simpatiche, senza escludere che la vita umana è una tragedia e come ogni dramma serio ogni tanto ci scappa la risata e che la beffa si può palesare ad ogni angolo di strada.

Ho 44 anni ed ho una paura fottuta di perdere i capelli, sopravvivere agli affetti, battere la testa e non ricordare più il bene fatto e ricevuto ma anche i litigi, le incomprensioni, le polemiche, tutta la mia storia. L’altro giorno ho scoperto di non avere più nella rubrica telefonica il numero di mio padre, mi sono disperato. Ho provato a ricordare la sua voce, quel tono apparentemente senza accento, figlio di una sarditudine che è anche un pò la mia, ma niente non sono riuscito a ricostruire la sua voce nella mia mente. Ci sono rimasto male. E’ troppo tempo che non incontro mio padre ed i miei nonni, sto invecchiando come tutti i comuni mortali, solo che fino a pochi mesi fa non me ne ero accorto, distratto dalla quotidianità o meglio dal tentativo di fuggire dalla routine che mi vuole mangiare.

Perchè scrivo? Per riscattare i sogni infranti, ma forse più per il piacere di donare a fondo perduto delle emozioni ed allontanare ogni tipo di mediocrità. Poi, per ricordare innanzitutto a me stesso che sono ancora fortemente dentro la vita.

 

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.