di Rosario Pesce
Finalmente, dopo circa una settimana di tentativi andati falliti, abbiamo il Presidente della Repubblica, il migliore che avremmo potuto avere nel contesto storico attuale, nel quale l’emergenza sanitaria non è conclusa e quella economica è ben lungi dall’essere risolta.
La riconferma di Mattarella segna, invero, un fatto importante nella storia repubblicana, visto che, prima di oggi, solo il suo predecessore Napolitano aveva accettato un secondo incarico, sia pure per un periodo di tempo limitato, così come era stata concordato fra lo stesso Napolitano ed i partiti all’atto della sua seconda elezione.
Nel caso di Mattarella, invece, il mandato presidenziale è pieno in termini temporali, visto che il Presidente non ha posto alcuna limitazione al suo impegno con le forze politiche che, ieri, lo hanno incontrato per confermargli la loro fiducia.
Qualcuno ha arricciato il naso, visto che l’istituto del secondo mandato presidenziale sta diventando, in questo modo, una regola e non una mera eccezione, come si auspicava nel 2013.
Ma, al di là di ogni disquisizione di tipo costituzionale, visto che la nostra Carta non vieta esplicitamente il secondo mandato, non possiamo che essere felici per la conclusione della vicenda quirinalizia: i partiti, ormai, si erano avvitati su loro stessi e, se il Presidente Mattarella non avesse accettato, ci saremmo trovati in una condizione non bella, con molte altre votazioni che non avrebbero dato alcun esito.
Peraltro, non sfugge il fatto che Mattarella ha gestito in modo saggio la crisi pandemica, sia nel periodo in cui al Governo era Conte, sia nella seconda fase con la presidenza di Draghi, che ha voluto fortemente a capo del Governo.
Inoltre, Mattarella è divenuto un punto di riferimento in Europa per gli altri Capi di Stato e di Governo, per cui la sua riconferma, con quella di Draghi a capo dell’Esecutivo, rappresenta un elemento di fiducia sia per l’Europa stessa, che per i mercati internazionali, che certamente in un momento storico siffatto hanno tifato per la continuità del quadro politico-istituzionale esistente.
Pertanto, ringraziando Mattarella per l’onere che ha inteso assumere, non si può che auspicare la ripresa a cui tutti aneliamo, nell’auspicio che in primis il virus consenta alla società di tornare alla piena normalità in un lasso temporale ragionevole, visto che dopo due anni è necessario che la vita civile riprenda il suo corso, per il bene delle singole persone, oltreché per quello dell’economia e delle istituzioni civili.
Buon lavoro, Presidente.