di Alessandro D’Orazio
Buone notizie giungono dal versante della sperimentazione medico-scientifica. Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dall’Università di Basilea, in Svizzera, ha identificato infatti dei composti che potrebbero combattere la produzione di metastasi a partire dalle cellule tumorali che circolano nel sangue. Tali composti sono stati peraltro già approvati, con similari indicazioni terapeutiche, dall’ente di governo statunitense con il compito di monitorare farmaci e alimenti: la Fda (Food and Drug Administration). Motivo di vanto italiano è dovuto al fatto che lo studio in questione è stato coordinato dal nostro connazionale Nicola Aceto, research group leader presso l’Università di Basilea.
Spesso accade che dal tumore si stacchino delle cellule che poi entrano nel sangue. Queste cellule, chiamate cellule tumorali circolanti possono poi aggregarsi fra loro, creando degli accumuli ritenuti assai pericolosi per la formazione delle metastasi.
Metastasi che sono il principale responsabile del decesso nei pazienti con il cancro, causando oltre il 90% delle morti. I ricercatori hanno scoperto che questi gruppi di cellule causano delle variazioni chimiche in grado non tanto di modificare la sequenza dei geni, ma la loro espressione. Pertanto queste alterazioni possono favorire la proliferazione delle cellule tumorali e l’insediamento di metastasi. Ma a dare speranza è la notizia che queste alterazioni possono essere eliminate qualora si riesca a disgregare l’accumulo di cellule tumorali circolanti.
Per comprendere il funzionamento di questo complesso meccanismo, gli scienziati hanno testato quasi 2.500 composti approvati dalla Fda statunitense ed utilizzati per diverse patologie. Fra questi, hanno individuato alcuni inibitori in grado di annullare la formazione di metastasi. “Abbiamo pensato di agire in maniera differente rispetto agli approcci standard” – spiega il Dott. Nicola Aceto – “e abbiamo cercato di identificare farmaci che semplicemente dividano le cellule tumorali, invece che ucciderle”.
Nel corso degli anni altri ricercatori si erano cimentati in compiti similari, tentando di trovare una strada per combattere la formazione delle metastasi con approcci differenti rispetto a quelli tradizionali della chemioterapia, ma senza avere gli esiti sperati. Questa volta però le cose sembrerebbero essere differenti; si tratta ancora di un primo risultato, è vero, che tuttavia ha aperto nuove prospettive di studio decisamente interessanti. Il prossimo obiettivo, riferisce Aceto, sarà quello di condurre uno studio clinico su pazienti con tumore al seno, sperando che si giunga finalmente a risultati soddisfacenti.