Nessuna lotta può concludersi vittoriosamente se le donnenon vi partecipano a fianco degli uomini. Al mondo ci sono due poteri: quello della spada e quello della penna. Ma in realtà ce n’è un terzo, più forte di entrambi, ed è quello delle donne.
Il cambio di passo in una società passa attraverso la capacità delle donne di acquisire il potere, mentre il mondo le guarda ancora come donne del focolare, come madri, incubatrici, come sostegno della famiglia, e del proprio compagno, come vittime, come coloro che in un modo o nell’altro accompagnano, e che assumono il ruolo di protagoniste solo nella misura in cui venga concessa loro questa possibilità.
Non si tratta che di constatare in fondo, di guardarsi intorno, le battute si sprecano, ed anche quando siedono nei posti di comando, sono sempre considerate donne che si sono in qualche modo mascolinizzate o peggio ancora concesse al potente di turno, o piegate a qualche compromesso. Guardiamoci in faccia con onestà le donne capaci, forti, determinate in tutti i settori, non ci piacciono, salvo rare eccezioni, le osteggiamo, le sbeffeggiamo, tendiamo a ghettizzarle o a schernirle; anche quando ci troviamo dinanzi a talenti straordinari, li accogliamo solo se a possederli sono donne fragili, malinconiche, con una vita ed un passato difficili, che hanno subito, che hanno patito, sofferenti.
Siamo più facilmente accoglienti verso quelle che hanno un atteggiamento dimesso, che non espongono la loro forza e la propria competenza e femminilità. Ad una donna non si perdona la bellezza non ostentata, figuriamoci l’intelligenza vitale, e la volontà di non soccombere in alcun modo allo strapotere del maschio e del branco. Ma quello che è peggio è che questo costume non è solo tipico degli uomini, ma travolge anche le altre donne, che invece si piegano al gioco delle convenienze e preferiscono usare altri mezzi per raggiungere lo scopo.
Non sarò banale propinando il solito clichè che ci chiede di fare squadra, di essere ” sorelle”, perché tanto servirebbe a poco e sarebbe anche una costante sbandierata, ma in nessun modo praticabile, e non dirò neanche che è questione di politica attiva, di leggi che siano realmente tutelanti, perchè in fondo io non ho bisogno di tutele o di quote, ma di essere considerata al pari di tutti gli altri, al pari degli uomini, anche quando scelgo di non essere madre, o quando preferisco la carriera come mezzo di realizzazione delle mie ambizioni. Trovo altresì di una noia mortale i discorsi di quelli che decidono che alle donne spetta il compito di salvare il mondo, perchè siamo naturalmente portate ad essere più umane, e flessibili.
Siamo oggettivamente diverse dai nostri fratelli maschi, e dovremmo essere valutate al pari loro per quello che sappiamo fare, dire e costruire, senza limiti fisici, e senza pregiudizi di sorta legati, ai nostri ” umori uterini”, termini questi che ho sentito spessissimo soprattutto in ambienti politici. Siamo quello che siamo, cattive, dure, assetate di potere, e di voglia di emergere come e più degli uomini, semplicemente e banalmente esseri umani. Tutto qui. Allora viva mille, diecimila Ocasio- Cortez, Michelle Obama, Hillary Clinton…e la insuperabile Claire di House of Cards.
“L’intero ordine sociale… si schiera contro una donna che aspiri a raggiungere la reputazione di un uomo”.