Alluvione del 15 ottobre 2015. Nelle prime ore notturne del giorno 15 ottobre 2015 su Benevento e in gran parte del bacino idrografico del fiume Calore e dei suoi affluenti si sono verificate intense precipitazioni piovose che hanno innescato una piena fluviale con conseguenti esondazioni anche nell’area urbana del capoluogo sannita. Tale evento è accaduto nell’ambito di una perturbazione di provenienza sudoccidentale, molto alimentata che ha attraversato la Sicilia nordoccidentale ed il Tirreno meridionale e la Campania costiera. L’ora notturna ha certamente contribuito a contenere i danni alle persone dal momento che anche edifici pubblici e strutture produttive sono stai invasi da oltre 1 metro di acqua. In base alle notizie fino ad ora disponibili si può affermare che a partire all’incirca dalle ore 3,00 del giorno 15 ottobre 2015, vale a dire quasi a metà del nubifragio che a Benevento ha fatto precipitare circa 140 mm dalle ore 0,00 alle ore 4,00 circa, sono iniziate le esondazioni dell’acqua del fiume Calore anche in aree dove il Piano dell’Autorità di Bacino del Volturno non aveva previsto che si potessero avere. L’inizio del nubifragio, che ha fatto precipitare la quasi totalità della pioggia che ha causato la piena e le conseguenti esondazioni del fiume Calore, è individuabile intorno alle ore 0,00 del giorno 15 ottobre 2015 . La fine del nubifragio si ubica intorno alle ore 4,00. I millimetri precipitati nell’area di Benevento sono stati circa 140 in circa 4 ore con una media oraria di circa 45 mm. La curva pluviometrica è quella tipica di un nubifragio rilasciato da cumulonembi ed è evidente che già circa 10 minuti dopo le ore 0,00 la curva presentava la classica morfologia sub verticale.
Una curva simile è stata registrata dagli altri pluviometri come ad esempio a Mirabello Eclano dove le precipitazioni sono state di circa 70 mm. Era stato diramato alle competenti istituzioni di una vasta area un avviso di allertamento con codice arancione che prevede anche fenomeni simili a quelli verificatisi. Naturalmente sono in atto vivaci polemiche e il solito articolato scaricabarile di responsabilità. Si fa presente che disponendo di una rete di pluviometri in grado di registrare le precipitazioni ogni 3 minuti circa sarebbe stato possibile individuare l’inizio del nubifragio e delimitare l’area interessata dalle abbondanti precipitazioni. Con le opportune misure in tempo reale del livello dell’acqua nei corsi d’acqua, è evidente che sarebbe stato possibile prevedere con qualche ora di anticipo che immancabilmente ed inesorabilmente il consistente volume di acqua di ruscellamento sarebbe arrivato a Benevento e che avrebbe potuto causare esondazioni nelle parte basse laterali al corso d’acqua. Sarebbe stato possibile, pertanto, lanciare un allarme idrogeologico immediato mirato alcune ore prima del sopraggiungere della piena. Naturalmente si doveva disporre di una corretta mappa con l’individuazione delle zone e dei siti inondabili con precisione e di un piano già messo a punto e verificato in modo da avvisare i cittadini nel modi adeguati ed efficaci.
Alluvione del 12 luglio 2013 Due anni fa in piena estate, nel pomeriggio del 12 luglio un improvviso nubifragio si è riversato sulla città di Benevento rilasciando circa 55 mm di pioggia in circa un’ora. I giornali così parlavano dell’evento: “Benevento invasa dall’acqua, molte zone allagate. Rione Libertà in ginocchio.” “COMUNE – Per fronteggiare le tante emergenze prodotte dalla violenta bomba d’acqua che si è abbattuta nel tardo pomeriggio di oggi sul territorio comunale di Benevento, il sindaco Fausto Pepe ha riunito alle ore 19.30, presso palazzo Mosti, il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile (COC).” Come mi scrisse, subito dopo l’evento, l’Ing. Alberto Fortelli di Campania live “55 mm in un’ora circa!!! Questo è stato il 3° nubifragio a BN da domenica scorsa, 25 mm, 30 mm e poi l’evento di 55 mm in un’ora circa. Tutto ciò senza alcuna perturbazione ma solo per le condizioni di instabilità atmosferica dovute alla presenza di aria fresca in quota.” Cumulonembi e nubifragi estivi ed autunnali a confronto. I due eventi piovosi che hanno inondato di acqua Benevento evidenziano che l’area è interessata periodicamente da nubifragi e che si deve “attrezzare” per fare in modo che essi siano individuati sul nascere in modo da attivare un allarme idrogeologico immediato ed un adeguato e sperimentato piano di protezione dei cittadini nelle aree che sono sistematicamente inondate dalle acque. Oggi tale organizzazione non c’è! I cumulonembi che rilasciano nubifragi che interessano solo l’area urbana possono essere intercettati sul nascere con una rete di alcuni pluviometri adeguatamente ubicati attorno alla città. Gli eventi alluvionali causati da esondazioni fluviali come quello del 15 ottobre 2015 possono essere previsti disponendo di una rete di osservazione idrologica ed idraulica di bacino idrografico. Che ora non c’è o comunque non funziona! Altro elemento di importanza strategica è rappresentato da una corretta individuazione e delimitazione delle aree che possono essere invase dall’acqua. Si ricorda che l’attuale perimetrazione attuata dalla competente Autorità di Bacino non va bene in quanto gran parte delle aree inondate il 15 ottobre 2015 non sono inserite tra quelle a rischio idraulico, anche dove sono presenti edifici scolastici. L’evento piovoso del 15 ottobre 2015 ha interessato in prevalenza una fascia di territorio a nordovest di Benevento percorsa dai cumulonembi; si ricorda che un singolo cumulonembo può interessare una ristretta fascia sulla superficie del suolo, ampia da circa 5-6 km a 10-12 km come abbiamo verificato con lo studio dei più disastrosi eventi idrogeologici degli ultimi anni. Gli effetti più gravi al suolo si possono verificare quando il percorso dei cumulonembi coincide con la direzione di allungamento del bacino idrografico, come sembra essere accaduto durante l’evento del 15 ottobre 2015. La figura 2 consente di osservare la tipica morfologia della curva pluviometrica che ha registrato i nubifragi del 12 luglio 2013 e del 15 ottobre 2015. Come si evince dagli studi interdisciplinari effettuati i cumulonembi che si innescano nel periodo estivo al di fuori di una perturbazione ben alimentata, hanno una durata limitata ad alcune decine di minuti, da circa 20 a circa 60 per cui il volume di acqua che viene rilasciato sotto forma di nubifragio è nettamente inferiore a quello che può essere rilasciato dai cumulonembi che si innescano in una perturbazione autunnale ben alimentata. Come si nota dalle immagini in basso di figura 2 anche i nubifragi estivi causano seri problemi con allagamento delle aree depresse e notevoli problemi per la sicurezza dei cittadini. Benevento città ne è testimone come pure testimoni sono gli amministratori locali. Credo che sia proprio il caso che la municipalità di Benevento si organizzi con un sistema di allarme idrogeologico immediato. Ed è ovvio sollecitare i responsabili della sicurezza dei cittadini affinchè attivino un sistema di allarme idrogeologico-idraulico di bacino idrografico in modo che si attivino i piani di protezione dei cittadini nei centri abitati e zone sensibili ricadenti nel bacino. Le valli del Tammaro, del Calore e del Volturno dovrebbero, e forse già lo sono, essere tutelate da un sistema di allertamento a causa della presenza dell’invaso di Campolattaro che risulta parzialmente colmato. Si sottolinea questa necessità dal momento che l’invaso citato si trova nella fascia di territorio nel cui sottosuolo si trovano faglie sismogenetiche che hanno originato disastrosi terremoti come quello del 1688, vedi DISS Version 3, INGV .