di Alessandro D’Orazio
E’ accaduto quello che in molti si aspettavano: la Commissione Europea ha bocciato la manovra finanziaria dell’Italia del prossimo anno. In particolare, nel corso della seduta in cui si è manifestato il respingimento è stato anche pubblicato un report per nulla rassicurante in merito all’evoluzione del debito pubblico del nostro Paese.
Tale documento ha spianato, quindi, la strada all’apertura di una procedura per debito eccessivo, mediante la quale la stessa Commissione potrà richiedere all’Italia una mirata riduzione non solo del debito pubblico, ma anche del deficit. Le parole del vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e quelle del commissario agli affari monetari Pierre Moscovici sono risultate più pesanti di un macigno, mettendo in allarme gran parte dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale.
I due politici europei hanno, infatti, mostrato seri interrogativi circa la crescita economica prospettata dal governo italiano, oltre ad aver evidenziato uno scenario ben diverso rispetto a quello dipinto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Giunti a questo punto, il rapporto sul debito sarà inviato ai vari esecutivi per una preliminare valutazione tecnica; dopodiché trascorsi quindici giorni e con il parere alla mano, la Commissione Europea potrà presentare in Consiglio una raccomandazione volta all’apertura di una procedura per debito eccessivo nei confronti del nostro Stato. Infine, sia la Commissione che il Consiglio potranno richiedere al governo italiano – sulla scorta di quanto trasmesso – provvedimenti ad hoc volti a risanare i conti pubblici. Il tutto dovrà ovviamente avvenire nel pieno rispetto di una tempistica stabilita.
Nel frattempo dall’Italia sono giunte le prime reazioni, con il ministro Salvini che ha dichiarato: “E’ arrivata la lettera di Bruxelles? Aspetto anche quella di Babbo Natale”. Discuteremo educatamente come abbiamo sempre fatto – ha aggiunto il vicepremier – Ci confronteremo. Vado avanti. Se qualcuno vuole convincermi che la Fornero sia giusta io non ne sono convinto”. Più diplomatico il premier Giuseppe Conte: “Il governo è convinto della validità dell’impianto della manovra: ci confronteremo con Juncker sabato sera e spero che confronteremo le nostre posizioni”.
Al di là dei toni più o meno sarcastici, resta impregiudicata da parte del governo italiano la volontà di addivenire al tanto atteso cambiamento, così come prospettato nel corso delle scorse consultazioni elettorali. Una metamorfosi a cui gran parte degli Italiani ha dato credito per il semplice fatto che l’austerity forzata degli ultimi anni non ha avuto riscontro. Nella convinzione che l’Europa possa un giorno mitigare il proprio credo, lo spettro del voto di maggio inizia ad aleggiare insistentemente nell’aria; e sarà quello il momento in cui avverrà il definitivo confronto tra due visioni economiche profondamente divergenti, ma che tanto impatto hanno sulla vita di ogni cittadino.