di Alessandro D’Orazio
Dal prossimo 25 maggio l’età minima passerà da 13 a 16 anni. Ancora da chiarire le procedure per la verifica.
WhatsApp, la popolare applicazione di messaggistica istantanea di proprietà di Facebook, il 24 aprile ha pubblicato un aggiornamento dei Termini di servizio e dell’Informativa sulla privacy per adeguarsi al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) introdotto dall’Unione Europea e in vigore dal prossimo 25 maggio. Tra le modifiche comunicate da WhatsApp nell’ambito della condivisione dei dati degli utenti e il rispetto delle leggi sulla privacy, è possibile evidenziarne una che riguarda l’età minima di utilizzazione della nota applicazione, che ora sarà di 16 anni.
“Tutti i messaggi e le chiamate sono protetti dalla crittografia end-to-end così che nessuno, nemmeno WhatsApp, possa leggerli o ascoltarle”, ribadisce WhatsApp sul suo blog, aggiungendo che nelle prossime settimane, sarà possibile “scaricare e vedere il numero limitato di dati che raccogliamo”. “Questa funzione sarà disponibile per tutti gli utenti nel mondo nella versione più recente dell’app”, si legge.
Al momento l’età minima per utilizzare WhatsApp nell’Unione Europea è di 13 anni, anche se la maggior parte degli utenti lo ignora. Con l’innalzamento a 16 anni chiunque voglia usare WhatsApp dovrà dichiarare al momento dell’iscrizione la sua età accettando i nuovi termini di servizio. Chi non ha 16 anni dovrà avere l’autorizzazione di un genitore o di un tutore, anche se non è chiaro come la nota applicazione di messaggistica istantanea possa verificare l’età reale degli utenti, visto che non sarà richiesta l’esibizione di alcun documento di identità.
La modifica dei presenti termini di servizio riaccende il dibattito, mai sopito, sull’utilizzo da parte dei grandi colossi americani della rete delle informazioni e dei dati protetti oggetto delle previste tutele. Dopo il pesante scandalo che ha visto coinvolto il social network Facebook nelle scorse settimane, ci si augura, Unione Europea in primis, che l’utilizzo e la protezione di dati sensibili, soprattutto se divulgati da minori d’età, vengano tutelati massimamente.