Caporalato: 50 centesimi per una cassa di arance, 1 euro per una di mandarini

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– di Simone Di Meo-

Articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore” Giovedi 20 Agosto 2015

 

Un euro per una cassetta di mandarini, 50 centesimi per una di arance
Spaccarsi la schiena per riempire una cassetta di arance, svelano le inchieste della magistratura che negli ultimi tempi hanno iniziato a contrastare con sempre maggiore frequenza il degradante sfruttamento dei lavoratori agricoli, viene compensato con cinquanta centesimi. Il doppio – appena 1 euro – per una cassetta di mandarini. Stesso prezzo per pomodori e mele. Qualcuno, in questi giorni, sui contenitori di plastica si è accasciato e non si è più rialzato.

Turni dalle sei del mattino
I turni iniziano alle 6 del mattino e terminano solo quando la luce prende a scarseggiare. I braccianti passano da un campo all’altro, scortati dai “latifondisti” e dai “kapò” che ne controllano efficienza sul lavoro e velocità, oltre che la disciplina. Non c’è tempo nemmeno per un panino o per asciugarsi la fronte e bere un bicchiere d’acqua. Bisogna far tutto, e presto.

100830043-45bf07c2-1040-4619-aa99-43d12be01a0dIl reclutamento nelle baraccopoli e nei rioni ghetto
Il reclutamento avviene un po’ ovunque. Nelle baraccopoli, nei rioni ghetto o addirittura – è il caso svelato da una lunga e complessa indagine dei carabinieri di Gioia Tauro, che hanno pedinato e intercettato per mesi i criminali nelle campagne di Rosarno, riuscendone alla fine ad arrestarne sette – nelle tendopoli allestite dalla Protezione civile per dare un rifugio sicuro ai migranti del mare, quelli che arrivano a frotte sulle coste italiane fuggendo dagli orrori della guerra e delle carestie del continente nero e del Medioriente. Sono per lo più nigeriani e bulgari, in questo caso, quelli deportati nei terreni per il raccolto. Il salario glielo versano direttamente i caporali, a fine giornata, sottraendo 3 euro come contributo per il trasporto e la benzina. Una tangente, ma nessuno denuncerà mai. A conti fatti, meno di due euro all’ora.

Uno slargo a Pianura è una delle principali piazze del mercato della disperazione
A Napoli, una delle piazze principali per questo mercato della disperazione, è uno slargo a Pianura, il quartiere con il più alto indice di abusivismo edilizio d’Europa. Uomini e donne, molti dei quali disoccupati campani, si mettono in fila all’alba per essere scelti dagli sfruttatori che passano alla guida di camioncini e caravan per passarli in rassegna. Li caricano e li portano al massacro nei campi o nei cantieri dove si stanno dando nuove colate di cemento selvaggio. Lì la fatica è pure più dura, se possibile, perché i tempi per completare le opere sono ristrettissimi e non ci si ferma mai, nemmeno di notte. Come il ricambio di manodopera a bassissimo costo, l’unica cosa che non manca mai, a queste latitudini.

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