“Inizia l’ultima settimana di un lavoro che mi ha dato immense gioie un velo di tristezza mi attanaglia ma la consapevolezza di aver preso una giusta decisione prende il sopravvento.”
Con questo post, pubblicato il 24 luglio Ciro Scarciello annuncia la chiusura della sua salumeria nel quartiere Duchesca di Napoli.
La storia mediatica di Ciro inizia a gennaio di quest’anno quando davanti al suo negozio si inscena una sparatoria che coinvolge uomini del clan Mazzarella e dei senegalesi, rei di non aver ottemperato all’obbligo del pizzo per l’occupazione del suolo con delle bancarelle.
La sparatoria vede coinvolta anche una bambina di 10 anni, colpita al piede da una pallottola.
Ciro Scarciello in tutta questa storia ha avuto soltanto il coraggio (e questa parola qui ormai è un pezzo da novanta abbastanza temuto) di raccontare la quotidianità che vive il suo quartiere, quella quotidianità che lo colpisce in pieno da dietro un bancone e che puzza di pizzo, droga e uccisioni alla luce del giorno.
Il suo atto di coraggio viene ripreso dalle telecamere di Chi l’ha visto. Le istituzioni, lo Stato, i media e i clienti si accalcano e mostrano solidarietà al commerciante. Poco dopo tutto si affievolisce e i riflettori si spengono. La clientela diminuisce perché farsi vedere lì provocherebbe fastidio. La Salumeria si svuota e la drastica decisione presa da Ciro sembra l’alternativa migliore.
Come la si vuole chiamare? Resa, delusione? Probabilmente no.
Potremmo chiamarla invece presa di coscienza.
Probabilmente ci siamo abituati a questa società malavitosa, ci siamo abituati a non credere più nelle istituzioni e rinnegare lo Stato e a pretendere atti eroici da chi magari non ha le armi giuste. Forse è stata questa la presa di coscienza e questo è il motivo per cui dobbiamo continuare a credere in queste parole.
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.