di Simone D’Antonio
Nel gergo di Urbact gli insoliti sospetti sono quegli attori capaci in maniera inaspettata di cambiare le regole del gioco, sovvertire gli equilibri con entusiasmo e apportare elementi di innovazione in grado di permeare tutti coloro con cui vengono in contatto. E se fosse una città intera ad essere un insolito sospetto? Nella vivace comunità italiana di città Urbact possiamo dire senza dubbio che Casoria sta ricoprendo in maniera eccellente questo ruolo. Come sempre in questi casi, non si tratta di un’investitura formale ma di un riconoscimento guadagnato in maniera spontanea e forse insolita per questa città di 80mila abitanti della periferia nord di Napoli, che porta su di sé tutti i segni di un passato industriale che ha lasciato in stato di abbandono numerose strutture industriali e commerciali. In poche parole, la condizione ideale di partenza per rimettere in circolo idee e visioni su come reinventare il tessuto suburbano e avviare interventi concreti e visibili in un contesto urbano in attesa dell’occasione giusta per il rilancio. La partecipazione al network SubUrban costituisce senza dubbio un possibile attivatore di soluzioni, capace di migliorare l’intera governance urbana verso uno sviluppo urbano più integrato e sostenibile proprio a partire dalla partecipazione a Urbact. Un vero e proprio modello d’azione, che dalla provincia napoletana può costituire uno schema di riferimento per tante città. Qui di seguito cinque elementi che caratterizzano l’esperienza di Casoria nell’ambito del network SubUrban
1) Capacità di confrontarsi da pari a pari con le grandi città Il network SubUrban è uno dei pochi capaci di unire con tanta disinvoltura città di taglia così differente. Scorrendo l’elenco dei partner, città del calibro di Vienna, Barcellona, Anversa o Oslo, sembrerebbe quasi fuori posto la presenza di una città di 77mila abitanti come Casoria ma i temi e gli approcci che sta rilanciando nel network ne fanno un partner di valore, capace di rappresentare l’intera area metropolitana di Napoli, popolata da oltre tre milioni di abitanti. La riqualificazione delle cinture metropolitane rappresenta un tema centrale nel dibattito nazionale, soprattutto alla luce di programmi come il Piano Periferie e l’attuazione della riforma che introduce le Città metropolitane. Un confronto con le strategie adottate nel resto d’Europa, che si basano su tradizioni consolidate di pianificazione strategica (come quelle adottate in Germania, Austria o Belgio), costituisce un elemento capace di arricchire il dibattito regionale e locale, fornendo spunti utili sul rilancio di aree indecise attraverso la valorizzazione dei beni comuni e la partecipazione attiva del territorio. In un territorio urbanizzato al 90 per cento come quello di Casoria, la riqualificazione delle aree libere o dismesse rappresenta un’opportunità per avviare nuove forme di sviluppo a partire dall’aggiornamento del Piano Urbanistico Comunale e dal riuso delle ex aree militari acquisite dal Demanio, ovvero la zona di Via Michelangelo che si sta trasformando in Parco aperto alla città e quella di Via Boccaccio anch’essa in via di riconversione in spazio verde per i residenti: 60mila metri quadri in totale restituiti alla città grazie anche al confronto sui modelli di recupero e di gestione di aree dismesse, che avvicinano l’esperienza di Casoria a quella di città come Napoli, Genova e Piacenza attive su temi simili nei network 2nd Chance e MAPS.
2) Collegamento con la dimensione metropolitana del tema della rigenerazione urbana La città metropolitana di Napoli sta definendo in questi mesi gli elementi principali del piano strategico metropolitano, concentrandosi su ambiti di intervento e assetto del territorio sul medio-lungo periodo. Nel realizzare uno degli adempimenti principali previsti dalla Legge Delrio che istituisce le città metropolitane, le indicazioni operative che provengono dall’azione di Casoria sono fortemente significative, in quanto la città è uno dei simboli della dismissione del patrimonio industriale e commerciale di ampie fette dell’area metropolitana. L’ex impianto Rhodiatoce e il vecchio Euromercato, storico centro commerciale fallito da qualche anno che rappresentava parte dell’immagine stessa della città a livello metropolitano, sono alcuni dei simboli più ingombranti dell’espansione industriale che ha portato nel giro di trent’anni a passare dai 19mila abitanti del 1951 ai 68mila del 1981, arrivando fino agli 81mila del 2001. Riprogrammare l’espansione, o la contrazione, del territorio in funzione della risposta migliore da dare alla crisi economica che ha colpito fortemente questo pezzo di area metropolitana è la sfida che Casoria ha affrontato con un piano urbanistico in linea con il vecchio strumento di programmazione Piano Territoriale Provinciale Generale del 1999, poi aggiornato nel 2004 ma mai approvato ufficialmente dalla Provincia di Napoli. Una strategia coerente di rigenerazione integrata arricchita dagli elementi emersi dal percorso partecipativo da cui emergono elementi importanti per aprire una discussione sul futuro dell’area vasta, di quel suburban fringe al centro dell’intera attività di progetto.
3) Attivazione di processi partecipativi inediti per il territorio In un territorio come quello dell’area metropolitana di Napoli dove i processi partecipativi sono scarsamente diffusi e non sono mai stati parte integrante dell’azione di governo locale, il coinvolgimento massiccio di una pluralità di attori locali sin dalle prime battute di SubUrban costituisce un elemento di valore per l’azione che Casoria sta portando avanti sul territorio. Ciò sta definendo un modello applicabile anche ad altri settori dell’azione del governo locale ma a colpire è la varietà degli attori chiamati a raccolta per ideare la città del futuro e co-disegnare azioni che abbiano un impatto concreto per la vita di tutti i residenti, a quasi vent’anni dall’ultima esperienza di progettazione partecipata realizzata a Casoria. Le associazioni del territorio sono il nucleo centrale del Gruppo d’azione che vede il coinvolgimento di soggetti molto diversi tra loro, come la sezione locale di Legambiente, l’associazione sulla mobilità sostenibile I mobility, le squadre giovanili di volley o i circoli degli scout. La realizzazione di azioni di pedalate tra i luoghi da rigenerare o di azioni di guerrilla gardening a Parco Michelangelo sono solo alcuni degli interventi che hanno coinvolto destinatari inusuali, come gli studenti delle scuole elementari o i richiedenti asilo del locale progetto Sprar. Il transnational meeting che ha portato in città i partner del progetto è stata anche occasione per coinvolgere un’altra eccellenza del territorio, il Casoria Contemporary Art Museum, che non ha solo ospitato la tre giorni di lavori ma ha dato visibilità a una delle più interessanti ed eclettiche collezioni di arte contemporanea del Mezzogiorno. La partecipazione a Suburban ha così rappresentato una modalità inedita per far emergere un capitale sociale che in luoghi come Casoria non è facile far emergere.
4) Forte connessione con l’università Il Dipartimento di Architettura della Federico II di Napoli sta costituendo non solo un supporto di tipo tecnico e scientifico al progetto ma sta contribuendo a inquadrare i temi che emergono dal confronto con cittadini e stakeholder in una cornice più ampia, ovvero all’interno delle sfide più ampie di riassetto dell’area metropolitana. La messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico, una migliore organizzazione della densità abitativa, la creazione di una cintura urbana verde e integrata, il contrasto all’abusivismo edilizio, al degrado e all’illegalità: questi temi che riguardano non solo Casoria ma numerosi comuni della periferia nord di Napoli diventano oggetto di una ricerca sul campo condotta con un team misto composto da giovani accademici e funzionari del Comune, con l’obiettivo di rendere l’azione di studio funzionale ad affrontare e risolvere sfide concrete del territorio. La collaborazione con l’Università sta consentendo a Casoria di diventare un laboratorio di sperimentazione di pratiche e azioni innovative anche nell’ambito di altri progetti co-finanziati dall’Unione europea nell’ambito di Horizon 2020 e di nuovi progetti che prenderanno piede dai risultati ottenuti con Suburban. Un rapporto continuo di scambio di idee e visioni, promosso anche a livello nazionale in occasione di eventi come la Biennale dello Spazio Pubblico, che consente a Casoria di avere una visione più ampia delle problematiche che insistono sul territorio e delle possibili soluzioni da adottare.
5) Un team giovane e motivato: l’esperienza dello Step by Step Lab Difficilmente l’azione di Casoria avrebbe potuto essere così incisiva senza un team giovane e motivato di otto funzionari, di cui cinque impegnati nelle azioni di Urbact. Età media 30 anni, esperienze accademiche e conoscenza di lingue e metodologie di lavoro innovative sono le caratteristiche principali dei componenti di questo gruppo di lavoro che con la sua stabilizzazione dal 2015 ha consentito di migliorare l’azione del settore lavori pubblici e pianificazione, collaborando alla definizione del Piano urbanistico comunale, contribuendo all’efficientamento della spesa dei fondi strutturali della programmazione 2007-2013 o portando avanti opere complesse di rigenerazione urbana e ambientale, come la riqualificazione di Piazza Cirillo o la realizzazione dell’isola ecologica. La partecipazione alle azioni di Suburban e alle attività organizzate da Urbact a livello nazionale ed europeo ha costituito un passaggio importante verso la maturazione professionale di un team che si è distinto per una serie di riconoscimenti all’azione innovativa di comunicazione delle azioni realizzate grazie a un utilizzo massiccio dei social media, premiato a Bruxelles e all’ultimo City Festival di Tallinn.