Il cinquecentesco chiostro napoletano di Santa Caterina a Formiello – ridisegnato dal progetto “Made in Cloister” – ha fatto da cornice al lancio del romanzo “La Malanotte” di Giuseppe Pesce, che segna anche il rilancio della Colonnese, storica casa editrice che ha saputo “sfogliare la Napoli Europea”.
“La Malanotte” apre infatti una nuova collana di narratori contemporanei, «che non devono essere più costretti ad emigrare fuori Napoli per poter pubblicare le loro opere», spiega Edgar Colonnese, che insieme ad Alfredo Mazzei ha avviato negli ultimi mesi un ampio progetto di rilancio, con l’uscita di novità e ristampe, e l’apertura a settembre di una seconda libreria nel centro storico di Napoli.
Già cronista del “Mattino” e documentarista in RAI per “La storia siamo noi”, autore di diversi saggi storici, Giuseppe Pesce si è misurato per la prima volta con il romanzo, proponendo un libro che ha già cominciato, fin da questa prima presentazione, a far parlare di sé. “La Malanotte” è infatti un romanzo corale, ambientato a Napoli ma lontano da ogni “napoletaneria”; un libro forte e persino esagerato, volutamente barocco, scritto in uno stile originale e coinvolgente, che parla del potere e della “non-storia”, della vita e dell’amore.
Alla presentazione – durante la quale l’attore Nello Mascia ha letto dei brani tratti dal libro – ne hanno discusso con l’autore e l’editore il magistrato Enrico Caria (Presidente di Sezione del Tribunale Napoli Nord); l’avvocato Domenico Ciruzzi (nuovo Presidente della Fondazione Premio Napoli); lo scrittore Angelo Petrella, il caporedattore di “Repubblica” Napoli Ottavio Ragone, e la direttrice della Collana “Contemporanea” Rosaria Rizzo.
“La Malanotte” racconta la curiosa vicenda dell’ispettore ministeriale Matteo Ricci, giunto a Napoli per indagare sui casi di malamministrazione in Municipio (un fortuito corto-circuito tra fiction e realtà, visto le inchieste che proprio in queste settimane coinvolgono Palazzo San Giacomo). Spossato e turbato da lettere anonime – e ancora di più dalla bella Serena – il funzionario finisce però col ritrovarsi puntualmente per strada nel cuore della notte, ogni notte. Attraversa così la città, sfiorando un lungo carosello di storie e di vite che tutte, in qualche modo, vanno a incrociarsi e sovrapporsi alla sua. Una folla di attori e di comparse inscritte nel grande e (in)dolente disegno di una città senza storia, che sarà clamorosamente sconvolta, come la vita del povero Ricci.