di Tommaso Arcella
E’ sufficiente l’onestà e la competenza per amministrare un Ente?
La risposta, secondo me è no. In politica ci si crede che avendo raggiunto un sufficiente numero di voti, ci si ritiene autorizzati ad amministrare comuni, regioni o anche un governo. Ci sono poi i politici di mestiere che hanno fatto nella loro vita solo quello. Se non fossero rieletti, non saprebbero cosa fare della loro esistenza. La domanda di cui sopra, mi riporta al motivo per cui ci si candida. Le riposte potrebbero essere molteplici: per amor del prossimo; per interessi personali, per fare carriera nel proprio lavoro; per gli ideali ereditati ecc. Ma la ragione che predomina, “credo” che sia per il prestigio personale. Ma questa motivazione è ingannevole.
Poiché si presta a varie interpretazioni. Il prestigio si innalza per ciò che si fa, ma non sempre in senso positivo, anzi, spesso ciò che si fa, non è sempre utile, a volte dannoso. Come i piccoli lavoretti a volte inutili su incarico di Enti; all’affidamento di lavori di grandi opere poi rivelatesi inutili. E questo, solo allo scopo di “creare lavoro”. Ma è un boomerang. Oggi si tende a giustificare, anche da parte dei giudici, le malefatte, con il pretesto della necessità. Ma per chi? Molti “lavori”, se non sono utili, risultano poi dannosi. I Call center violano sistematicamente la privacy, come le agenzie immobiliari, i gestori di telefonia, le pubblicità ingannevoli. Tutto è diventato lecito. Ma il garante delle privacy dov’è? Su questa scia, molti politici che lo fanno per mestiere, credono di essere super-partes. A tutti i livelli amministrativi.
I filosofi greci consideravano la politica una missione. In particolare Platone che propendeva, addirittura per un governo di filosofi. Se fosse così oggi, pochissimi si candiderebbero.
Io credo che, non solo la politica sia una missione, ma proprio la stessa Vita lo sia. Ognuno di noi ha un compito nella sua vita. Il passaggio sulla terra ha uno scopo. Non è che avendo creato una famiglia e allevato i propri figli, anche se in modo onesto, ognuno debba considerare di aver assolto il proprio compito di essere umano. Non voglio considerare la fazione di delinquenti, furbi e accattoni che derubano ingannano o ammazzano. Mi riferisco alle persone normali, educate e timorosi di Dio, che credono di avere una coscienza a posto, solo per essersi comportati correttamente.
Mi chiedo: cosa fanno per il prossimo? Cosa diranno al loro Dio, dopo la morte? Che avranno fatto per gli altri in vita? Cosa avranno lasciato sulla terra di loro? Cosa avranno seminato? Avranno lasciato un’impronta positiva? Dopo il loro passaggio, la cosiddetta “civiltà”, avrà fatto un passo avanti? La religione cattolica, quasi te lo impone. Ma i cattolici professanti eseguono i dettami dei vangeli? Di tutti i vangeli?
Qui ritorno alla politica di cui tra poco siamo chiamati a rispondere.
E’ sufficiente avere le giuste competenze ed essere onesti per amministrare? Ripeto di no. Per me bisogna avere un concetto avanzato di progresso ed una visione etica della politica e del futuro, quasi da asceta. Non tutti ce l’hanno, anzi pochi. Ma girando il mondo e confrontandoci con i paesi culturalmente e civilmente avanzati, io dico che potremmo vedere, in una giusta ottica, come potrebbe essere la nostra Italia e il nostro territorio, anche nell’immediato futuro. Ci sono abissi e distanze siderali da colmare? Fa niente. Bisogna essere testardi e portare avanti il progetto di rieducazione della popolazione. A cominciare dalla mobilità, dall’ambiente, al vivere in un’area salubre, ossigenata e piena di verde, oltre che di provvedere ad un lavoro degno per tutti, da cui scaturisce la normale convivenza civile. Mai si comincia e mai si finisce. Anche se si cozza contro muri, all’apparenza invalicabili; cominciando dall’attuare la normalità, poiché è da lì che si comincia a da cui siamo arretrati di molto rispetto alle nazioni civilmente avanzate. Mi riferisco al Nord Europa. Loro si battono per il di più, noi siamo ancora alla normalità. Non basta essere competenti e onesti per amministrare, ma ci vuole una visione diversa della politica e della vita per amministrare veramente BENE.