di Alessandro D’Orazio
E’ arrivato un nuovo stop al disegno di legge sulle concessioni balneari. Sembrava che fosse stata trovata un’intesa, ma alla fine quel che si profila è l’estensione delle proroghe fino al 2025. La questione dei lidi, inclusa in un Ddl di più ampio respiro che disciplina anche settori come la gestione dei rifiuti, le concessioni del gas naturale, i trasporti locali, i servizi pubblici e una maggiore liberalizzazione dei farmaci equivalenti, è destinata a non avere una facile risoluzione.
Il pomo della discordia si insinua nel famoso articolo 2: quello sui regimi concessori, fra cui per l’appunto gli stabilimenti balneari. In particolare, ciò che si contesta da più fronti è il contenuto dell’emendamento che modifica l’intervento sulle concessioni balneari e che potrebbe portare, sulla carta, anche a una proroga senza fine. Tutto questo lascerebbe peraltro presagire una sanatoria delle attuali concessioni a rischio di essere considerate abusive.
La Lega vorrebbe modificare il testo normativo con un emendamento in grado di prorogare di 5 anni l’entrata in vigore del nuovo sistema della messa a gara delle concessioni balneari, consentendo una prelazione per i vecchi concessionari. All’ipotesi iniziale del governo c’era, invece, una fase di transizione di 2 anni rispetto al termine fissato dal Ddl (fine del 2023). Nel calderone di opinioni discordanti, però, anche il Movimento 5 Stelle è insorto, facendo notare che una nuova proroga del vecchio regime farebbe perdere all’Italia i soldi del “Next Generation EU”.
Nel frattempo sono diverse le cause amministrative pendenti dinanzi al Consiglio di Stato, il quale aveva stabilito come termine ultimo per la proroga automatica il 2023 ma che, nei giudizi attivati su vari ricorsi di titolari di stabilimenti balneari, dovrà ora anche esprimersi su un nuovo principio: se sia il caso di ponderare le decisioni e, quindi, le proroghe sulla base degli investimenti effettuati al fine di consentire ai gestori attuali di poterli ammortizzare. La strada per la risoluzione della questione rimane dunque assai intricata, mentre l’estate è oramai alle porte.