di Alessandro D’Orazio
Le persone contagiate dal Coronavirus (2019-nCoV) sono diventate più di 17mila in tutto il mondo, mentre il numero dei morti è salito a 362. Se si considera solo la Cina, il nuovo virus ha provocato più morti della SARS, tra il 2002 e il 2003: allora furono 349 (774 in tutto il mondo), oggi sono 361 (finora solo una persona è morta fuori dal territorio cinese). Nel frattempo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale, avendo il virus infettato almeno 150 persone in 23 Paesi al di fuori della Cina. Il Paese con il maggior numero di contagi è il Giappone (20), seguito da Thailandia (19) e Singapore (18). Negli Stati Uniti sono stati registrati invece 11 casi, mentre in Europa ci sono state infezioni in Germania (10), Francia (6), Italia, Regno Unito (2), Svezia, Spagna e Finlandia (1).
Come detto, in Italia i casi confermati sono due: si tratta di due turisti cinesi, marito e moglie, provenienti da Wuhan ed attualmente ricoverati in isolamento presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma. A tal riguardo l’Italia ha sospeso dallo scorso venerdì tutti i voli da e per la Cina.
Nel resto del mondo sono stati molti i Paesi ad aver imposto restrizioni agli spostamenti da e verso l’entroterra cinese, ma in Europa la sola Italia ha finora bloccato del tutto i collegamenti aerei con lo Stato asiatico. Va peraltro detto che in alcuni casi sono state le singole compagnie aeree ad aver sospeso i collegamenti con la Cina, tra cui British Airways, Air France, Air Canada, Lufthansa, American Airlines, Delta e United Airlines.
Nel frattempo in Cina sono state messe in quarantena nuove città, dove è stato deciso di applicare rigide restrizioni sugli spostamenti delle persone. Huanggang, il secondo centro più colpito dopo Wuhan, ha vietato ai suoi abitanti di uscire di casa: solo una persona per famiglia può andare a comprare cibo e beni di prima necessità. Una misura simile è stata annunciata anche a Wenzhou, una città nella vicina provincia di Zhejiang. L’emergenza sembra per questa ragione non essersi placata, nell’attesa di nuovi e sperati sviluppi scientifici che possano trovare un antidoto al virus.