di Alessandro D’Orazio
Appare del tutto evidente che la pandemia da Covid-19, dopo i disastrosi effetti sanitari causati in giro per il mondo, non si è limitata a far sentire la sua eco solo in termini di vite umane, ma ha trascinato il suo distruttivo spettro anche a livello economico e sociale, colpendo inesorabilmente l’intera umanità. Ciò che si sta materializzando all’orizzonte provocherà condizioni o eventi incerti con impatto potenzialmente negativo su diversi Paesi e industrie, tanto che sono state individuate nel numero di cinque le macro-categorie ad essere maggiormente aggredite dal virus: economia, società, geopolitica, tecnologia e ambiente.
Da un punto di vista economico, i segni di una prolungata recessione economica appaiono oramai ben consolidati. La crisi economica generale ha visto un sostanziale aumento della povertà globale, causando il fallimento di molte imprese ed il raggiungimento di altissimi livelli di disoccupazione, soprattutto giovanile.
Tutto questo ha influenzato nettamente le scelte politiche dei governi nazionali. In termini sociali, infatti, gli esecutivi per far fronte all’emergenza epidemiologica sono stati costretti a privare i cittadini di alcune libertà civili fondamentali; cosa questa che ha generato e sta generando tutt’ora aspri dibattiti.
In ambito geopolitico, molti esperti temono che le restrizioni ai movimenti internazionali di beni e persone si facciano più dure. Per il 2020 si prevede un crollo dal 13 al 32% del commercio internazionale, e dal 30 al 40% degli investimenti diretti esteri. Inoltre vari analisti ipotizzano che la crisi umanitaria si inasprirà a causa della riduzione degli aiuti ai paesi più poveri.
Tecnologicamente parlando, si prevede un significativo aumento di attacchi informatici oltre a furti di dati sensibili generati dall’aumento del cd. “smartworking”. La tecnologia, che ha salvato l’impiego di molti lavoratori durante la quarantena, potrebbe perciò rappresentare un’arma a doppio taglio.
Infine nel settore ambientale va detto che tra i grandi rischi del dopo pandemia vi è anche la possibilità di una crisi climatica: il più grande timore è che i governi, preoccupati dalla situazione economica globale e col prezzo del petrolio stabilmente basso, mettano da parte le politiche ambientali e smettano di investire in energie alternative. Gli iniziali crolli nelle emissioni di alcuni inquinanti atmosferici a causa del lockdown sono, per molti Paesi, un lontano ricordo e la ripresa delle attività potrebbe avere un effetto molto negativo sul nostro pianeta.