di Alessandro D’Orazio
Ora la Germania avrà 60 giorni di tempo per decidere sulla sua estradizione in Spagna. Violenti scontri a Barcellona dove migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l’arresto.
E’ stato fermato dalle autorità locali nella mattinata di domenica, mentre procedeva su una autostrada tedesca nelle vicinanze di Amburgo e proveniente dalla frontiera danese, l’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont. Dopo il fermo è stato trattenuto presso un commissariato tedesco e successivamente condotto nella prigione di Neumuenster dove dovrà attendere l’audizione dinanzi al giudice.
Tutto ha avuto inizio quando il leader indipendentista è stato incriminato per presunta ribellione venerdì insieme ad altri 24 dirigenti catalani dal tribunale supremo spagnolo, il quale ha proceduto ad attivare la richiesta di arresto e contestuale estradizione. Ora Puigdemont rischia una condanna fino a 30 anni di carcere per aver guidato il progetto politico dell’indipendenza catalana, culminato con la proclamazione della “Repubblica” il 27 ottobre scorso.
Riparato in Belgio da ormai quattro mesi, l’arresto in Germania dell’ex presidente ha fatto scattare l’attivazione delle regole del mandato d’arresto europeo, prevedendo come primo passo che la magistratura tedesca decida se mantenere o meno Puigdemont in stato di fermo prima della decisione finale su una eventuale estradizione. Estradizione che potrebbe avvenire in tempi molto brevi: entro 10 giorni, qualora Puigdemont non si opponga; in caso contrario, la decisione dovrà essere presa entro un massimo di 60 giorni.
E’ stata l’intelligence spagnola a segnalare a quella tedesca la sua presenza in Germania, nelle stesse ore in cui a Barcellona il Parlamento catalano tentava invano di eleggere alla presidenza della Generalitat l’indipendentista Jordi Turull, rinchiuso nuovamente in prigione.
Nel frattempo l’arresto dell’ex presidente catalano in Germania ha scatenato la reazione di centinaia di migliaia di manifestanti. A Barcellona una folla oceanica a sostegno anche dei politici catalani reclusi ha tentato di entrare negli uffici del rappresentante del governo spagnolo nella regione. Un’azione che ha costretto la polizia ad intervenire. Scontri e momenti di forte tensione si sono registrati fino a quando gli agenti hanno bloccato i punti nevralgici della protesta, costringendo i manifestanti a disperdersi.
Gli scontri hanno fatto registrare almeno 17 feriti lievi in conseguenza delle cariche della polizia sugli indipendentisti. Sul fronte opposto, numerosi gli agenti colpiti da un fitto lancio di oggetti ad opera della folla in rivolta.
In attesa di cosa ne sarà di Carles Puigdemont, a distanza di pochi mesi, il tema della indipendenza catalana ha prepotentemente riacceso un dibattito annoso e di difficile risoluzione all’interno dello scacchiere politico non solo europeo, ma più in generale mondiale: quello della ciclica e naturale rivendicazione dell’autodeterminazione dei popoli.