È pronta l’ordinanza del ministero della Salute che dà il via libera all’utilizzo dei test rapidi. Anche se la capacità di processare tamponi è aumentata notevolmente negli ultimi mesi (attualmente vengono effettuati oltre 100mila test al giorno), si è reso necessario adottare sistemi più rapidi per il contenimento del virus.
A tal riguardo va evidenziato che il tampone non è l’unico modo in cui si può effettuare un test molecolare. Anche la saliva contiene particelle virali ed è molto più facile da raccogliere e processare rispetto ad un tampone nasofaringeo.
Per questa ragione sono stati introdotti i test rapidi. Il limite in questo caso è l’affidabilità: di norma le analisi molecolari effettuate utilizzando la saliva raggiungono il 90% dell’efficacia di quelle coi tamponi. Tuttavia dalla loro parte hanno il prezzo (molto contenuto), tempi più rapidi, e una maggiore sicurezza: non richiedono infatti l’intervento di un operatore sanitario per raccogliere il campione, visto che basta far convergere la saliva in un contenitore idoneo, imbustarlo e consegnarlo al professionista deputato ad effettuare il controllo.
In molti sono per questo al lavoro per migliorarne l’efficienza e rendere i test molecolari con la saliva un’alternativa realistica al tampone. Negli Stati Uniti, dove l’Fda ha deciso di allentare le regole per l’approvazione dei test diagnostici durante questa pandemia, un test realizzato nei laboratori di Yale ha ricevuto l’ok già lo scorso 15 agosto, ed è utilizzato dall’Nba per valutare periodicamente le condizioni di salute dei propri atleti.
I costi sono irrisori rispetto alla procedura tradizionale (arrivano anche a poco più di un dollaro per campione), e l’efficacia sembra aver raggiunto ormai il 94% di quella dei tamponi.
A rendere particolarmente appetibili i test rapidi in questa fase in cui ci prepariamo all’arrivo dell’autunno è il fatto che, a differenza dei drammatici mesi iniziali dell’epidemia, questa volta una seconda ondata coinciderebbe con l’arrivo dell’annuale influenza.
Con milioni di persone che presenteranno sintomatologie simil-influenzali nell’arco di pochi mesi, la necessità di effettuare una diagnosi differenziale per ogni caso sospetto potrebbe rivelarsi estremamente problematica. I pazienti andranno trattati come infezioni da Covid-19 fino all’arrivo di un responso diagnostico, e questo ovviamente rallenterà il lavoro negli ospedali, nelle scuole, nei posti di lavoro. I test rapidi in questo senso potrebbero rappresentare un alleato prezioso per diminuire la necessità di tamponi molecolari.