Crisi e patatine hanno la stessa causa . Come spesso vien da dire è cosa lapalissiana! Ma possibile che non si capisca che la loro interdipendenza la loro stretta colleganza è la cosa che da sola a guardarla in faccia risolve tutto il macrocosmico problema? Va bene, si, avete ragione tutti, già sento i vituperi, ci arrivo subito: è la mia opinione! Però a dirla tutta non mi sembra una sciocchezza colossale. Cerco di spiegare il paradigma della questione. Come in un domino quando si inclina una tessera questa cade e spinge rovinosamente a terra tutte le altre, così vedo accadere le cose intorno a me con una cronologia diabolica. A parte l’osservazione naturale del fenomeno con conseguente, come credo a tutti, quello che vedo intorno è un meccanismo perfetto, svizzero, per la precisione con cui dispiega i suoi effetti. Matematico direi, un vero congegno ad orologeria, di quelli ben congegnati da Leonardo. Senza farla troppo lunga, senza ripetere la questione delle morte librerie , di cui un po’ di tempo fa già scrissi.
Oggi m’è balzata agli occhi una crisi particolare, che la dice lunga sulla questione che vado a decrittare. Yamamay chiude lo store al Vomero. Questa è la notizia, che potrebbe non dire nulla visto che la crisi miete imprenditori come cavallette su un campo di grano. La cosa che appare strana è la discordanza di emozioni che mi ha suscitato la cosa. Se la rapporto alla chiusura di librerie. Per la prima, che è la più recente, l’emozione che ho sentito è la stonatura, assente per le librerie. Per loro c’è stato dolore, impotenza, rabbia . Una stonatura contro tre emozioni. Chi avrà vinto tra le due ? La prima , eh si perché la stonatura ha messo in moto un marchingegno che mi ha fatto collegare altri pensieri andati. Tutti insieme si sono uniti all’improvviso e la libreria con tre emozioni forti è stata battuta da un franchising con una sola emozione. E’ stata la stonatura la chiave di volta che mi ha mostrato tutto un tratto la causa del problema. Anche con le librerie che chiudevano si parlava di patatinerie, ma la forza delle emozioni nutrite per la morte delle librerie metteva in secondo ordine le patatine. Oggi invece una sola emozione è stata capace di mettere tutto in ordine davanti agli occhi. L’emozione è lo stupore, la stonatura della chiusura. Spiego il perché. Diversi locali prestigiosi hanno dovuto dire addio alle loro attività che andavano avanti da generazione, perché la crisi non consentiva più di spendere per cose costose, per il superfluo per farla breve. Ma la Yamamay fa parte di quella categoria merceologica che non si può paragonare a quelle che ho citato. Yamamay è un franchising giovane, fresco, per niente caro, che non doveva adesso proprio calare la saracinesca. Questo è il primo dato. Veniamo al secondo. Come accade per funghi, che vengono fuori dopo il temporale abbondante, nascono patatinerie dopo la chiusura di attività che col lusso non c’entrano proprio. Ora la domanda ovvia è : ma la crisi c’è o non c’è? Perché se uno store così chiude vorrebbe dire che i soldi non ci sono neanche per la patatine per andare a mangiare… perché so sfizi, sono superfluo e se non ce lo possiamo permettere, non ce lo possiamo permettere! Se i soldi non ci sono per l’utile, ma figurarsi per lo sfizio. E invece no. Perché la gola ha preso il posto della ragione. Perché se prima la ragione faceva a pugni con il cuore e questi s’addormentava, ora la ragione lasciata sola è stata soppiantata dalla gola . In parole povere il cuore, per farsi sentire, comincia a usare armi pesanti. Il cuore non ne può più e lancia armi di distruzione di massa: la golosità, l’ingordigia . Ma queste insieme non sono l’effetto sono un sintomo, stanno lavorando perché al cuore è stata tolta la parola. La golosità scatta per riempire un vuoto, infatti con la crisi aumentano gli obesi. Una contraddizione in termini, mi pare. Il vuoto da riempire è dato dalle emozioni non guardate. La insoddisfazione, la rabbia, la frustrazione, l’impotenza, sono le lucciole che il cuore lancia per essere ascoltato. Alla lunga il silenzio del cuore forma una voragine e l’uomo sente forte il bisogno di riempirlo, da qui è proprio un passo di formica che lo porta a ingurgitare spropositate quantità di cibo e a stordirsi di tecnologia. Tutto pur di non pensare, pur di non guardare, pur di non affrontare le sue emozioni e risolverle. Questo spiega perché per la cultura tutta, fatta di teatro, eventi, mostre , non ci sono i dinè e per andare a far bagordi sempre ce n’è! Le emozioni tutte stanno lì per servirci. Ignorarle, come da troppo tempo facciamo ci ha portati a tutto questo. Avendole provate tutte, perché non provare alla fine a guardarsi dentro? È tutta lì la soluzione. Senza manco spendere un centesimo di euro, che pure serve!