Il recente crollo verificatosi nella Chiesa Santa Maria del Popolo degli Incurabili ha purtroppo portato alla chiusura della storica Farmacia degli Incurabili, che si distingue per i suoi preziosi arredi, vasi e oggetti di epoca barocca. Infatti, il cedimento all’interno della chiesa ha avuto ripercussioni anche sulla Farmacia, in quanto il pavimento è risultato essere crepato in tutta la sua lunghezza.
Ecco perché il MiBAC -Ministero per i Beni e le Attività Culturali- sta pensando rapidamente a delle ricollocazioni delle suppellettili, onde scongiurare il pericolo di altri crolli. Il comunicato più recente del Ministero menziona la Certosa di San Martino come temporanea sede. Il presidente di Federfarma si è, tuttavia, opposto alla decisione di spostare i preziosi vasi, perché non si prestano ad essere ammirati al di fuori del contesto del Complesso degli Incurabili.
Anche se provvisoriamente, afferma che il patrimonio della Farmacia va conservato nel luogo in cui si trova, ovvero Caponapoli, per continuare a valorizzare una piccola zona alla quale altrimenti non rimarrebbe molto al di fuori del turismo creato da questo complesso unico nel suo genere.
D’altro canto, la Certosa di San Martino non se la passa meglio, come ha spiegato anche il presidente del Comitato Valori Collinari, Gennaro Capodanno. Uno dei luoghi più suggestivi di tutta Napoli, da cui ammirare un panorama mozzafiato, ha tantissime potenzialità, come il museo di San Martino e Castel Sant’Elmo, ma che non sono sfruttate. Il turismo è ancora troppo esiguo e scarseggiano strutture albergative. Per non parlare delle antiestetiche mura di contenimento proprio all’ingresso del Castello e dell’incuria generale in cui versano i giardinetti della Certosa.
Sfortunatamente si tende ancora a ragionare con la logica dell’emergenza, e quasi mai con quella della prevenzione per evitare che antiche strutture dal valore inestimabile come la Farmacia degli Incurabili, la Certosa di San Martino, ed altri luoghi come anche il Complesso dei Girolamini possano cedere da un momento all’altro, a causa del degrado e dell’abbandono.
È il nostro patrimonio artistico, storico e culturale, e trascurare tutto questo privandolo di dignità e rispetto significa trascurare anche noi stessi, e ciò che siamo, e non è qualcosa di cui andare fieri.